Genova, oltre 100 mila in piazza con Libera
L’Italia dice No alla violenza e alle mafie

Un corteo ininterrotto da Brignole a Caricamento, con una festa di colori, bandiere, giovani, slogan per portare la solidarietà alle famiglie delle vittime nella diciassettesima giornata della Memoria e dell’Impegno

Oltre centomila persone in corteo da piazza della Vittoria fino al Porto Antico. Da poco dopo le 9,30 per oltre un’ora e mezza percorrendo in una festa di bandiere, colori, striscioni, slogan, giochi e fantasia le vie che da Brignole passano davanti alla questura, sfiorano il complesso della Fiera Internazionale, si accostano alla sopraelevata, fanno superare villa Croce, spianano la strada verso il centro storico con l’ingresso in piazza Cavour e quella che fu la sede del governo del Porto di altri tempi, per inoltrarsi in quello che si chiamo oggi Porto Antico ed è il cuore della modernità e del turismo.

Chi è venuto da fuori, scendendo dai treni speciali, dai pullman, dalle navette, ha visto una delle parti più belle – nonostante tratti con eterni lavori in corso – di questa città di mare che oggi ha ospitato la diciassettesima giornata della memoria e dell’impegno, firmata da Libera in ricordo delle vittime delle mafie.

Diversi i personaggi di spicco che non hanno bucato l’appuntamento: dal procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, al procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, al sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia Anna Canepa, a europarlamentari come Sergio Cofferati. Presenti anche il sindaco Marta Vincenzi e il presidente della Regione Claudio Burlando, il prefetto di Genova Francesco Musolino, don Gallo e numerosissimi altri rappresentanti delle istituzioni e autorità.

La testa del corteo è arrivata al Porto Antico, dove era allestito il palco, intorno alle 11,30, e poco dopo il sindaco Vincenzi ha cominciato la lettura dei nomi delle vittime per mafia, un rito per ricordare la strage degli innocenti che ha insanguinato non solo l‘Italia ma diversi Paesi, ed è proseguito per oltre un’ora, prima che prendessero la parola il fondatore di Libera don Luigi Ciotti e il presidente onorario Nando Dalla Chiesa.

La manifestazione – aperta dai significativi versi, accuratamente scelti, di “Aida”, una delle più belle canzoni dell'indimenticabile Rino Gaetano, che si diffondono dagli altoparlanti di un furgone bianco - è un momento di consapevolezza triste ma anche una festa, animata soprattutto da giovani. Un tripudio di bandiere, di striscioni. Ragazzi, scolaresche intere giunte da regioni lontane (chissà cosa ne penserà il preside di quella scuola genovese che – come ha segnalato una mamma sulla nostra pagina Facebook – ha rifiutato di far partecipare i suoi alunni pretendendo la giustificazione per assenza ingiustificata), bambini, disabili in carrozzella, ma anche anziani avvolti in bandiere di ogni tipo. Di Libera, la maggior parte, ma anche della Cgil, di Emergency, di associazioni di volontariato...

In mezzo alla gente spunta qualche faccia nota: Vittorio Agnoletto, del social forum, internazionale, che rilascia qualche intervista; parlamentari come Mario Tullo o Sabina Rossa, figlia di Guido, l'operaio ucciso dalle Brigate Rosse, anche lei con le sue angosce dentro di figlia di una vittima caduta per la violenza assassina di chi aveva pensato di piegare l'Italia a colpi di bombe, come la mafia ha fatto per anni a colpi di lupara e mitraglietta prima di passare all'informatica e alle borse di pelle tipo manager...

Gli striscioni e i cartelli portano per le strade di Genova frasi rimaste nelle storia, pronunciate da vittime di mafia che la memoria collettiva conserva come momenti storici indelebili: «Non vogliamo trovare un posto in questa società ma crearne una in cui valga la pena trovare un posto» (Mauro Rostagno); «La mafia è una montagna di merda» (Peppino Impastato), e diverse altre di Falcone, Borsellino, giornalisti, gente onesta che viene ricordata per l'impegno e le parole. 

Poi ci sono gli slogan ottimisti e determinati come quelli della scuola di formazione politica Antonino Caponnetto: “Con la mafia non si tratta, la nostra dignità la seppellirà”, e in mezzo le frasi ritmate dai ragazzi di Radio Siani, dal Coordinamento campano vittime innocenti della criminalità, dai lavoratori della Cgil, dall'infinità di associazioni e organizzazioni che hanno fatto di questa giornata un evento che difficilmente sarà dimenticato da una città che forse deve ancora imparare a fare i conti col fenomeno mafioso, ma sicuramente è abituata a memorizzare gli eventi di massa che hanno a che fare con la democrazia.
Genova, 17 marzo 2012
Ultimo aggiornamento: 21/04/2012
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