Dalla Chiesa: che “Genova dei diritti”
esca rafforzata da chi cerca giustizia

Questa è l’Italia che ogni anno, in una città sempre diversa, riceve l’abbraccio di decine di migliaia di giovani, come mai se ne vedono a manifestazioni di partiti e associazioni. Che l’abbraccio genovese porti un “di più” di speranza per costruire un Paese più degno, libero dalla corruzione e dalla menzogna

nando dalla chiesa
La storia d’Italia, meglio, il suo pezzo più sanguinoso, difficile, aspro, doloroso, si concentra dunque a Genova sotto le bandiere colorate di Libera. Centinaia di familiari di vittime di mafia, provenienti da tutta Italia e soprattutto (ma non solo) dalle regioni del Sud, vengono a ricordare a chi non ha voluto o non vuole vedere, a chi non vuole o non può avere memoria, i prezzi umani e sociali pagati dal Paese alle complicità inconfessabili, alle inerzie, alle superficialità delle sue classi dirigenti. Facce dai lineamenti provati ma spesso sorridenti, consapevoli di quello che si portano dentro, segnano, tenendosi idealmente per mano, stagioni diverse del nostro passato recente. A volte segnano formando una piccola folla uno stesso anno, perché davvero lo scatenamento della violenza mafiosa, camorrista o ‘ndranghetista ha inzeppato i calendari.

E’ una comunità mai studiata, spesso oggetto di compassione retorica, o guardata come si guardano gli animali allo zoo. Ha in sé una forza di ribellione straordinaria, e non per nulla molti dei suoi membri dedicano una parte importante del proprio tempo libero a incontrare cittadini di buona volontà o le nuove generazioni. Alcuni di loro hanno ottenuto giustizia nei processi, molto la attendono ancora. Qualcuno non la vedrà mai. Questa è l’Italia intorno alla quale mai si affolla la classe politica, che potrebbe specchiarvici con troppi sensi di colpa. Ma è l’Italia che ogni anno, a ogni arrivo di primavera in una città sempre diversa, dalla Sicilia alla Lombardia, riceve l’abbraccio di decine e decine di migliaia di giovani, tanti giovani come mai se ne vedono a manifestazioni di partiti e associazioni.

Che l’abbraccio genovese sia portatore di un “di più” di speranza per genitori anziani, mogli, fratelli e figli, perfino nipoti, che hanno in mente di vedere o comunque costruire un Paese più degno, più libero dalla corruzione e dalla menzogna. Che Genova “Città dei diritti” ne esca rafforzata nei suoi propositi di porsi come riferimento ideale per chi è in cerca di giustizia e di verità, di una legalità giusta. Che tutti, tutti noi insieme, riusciamo a entrare nelle profondità indicibili di questa storia collettiva, per uscirne migliori.

NANDO DALLA CHIESA
Presidente onorario di Libera
Genova, 17 marzo 2012
Ultimo aggiornamento: 17/03/2012
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