Anna Canepa: istituzioni unite
contro la “mafia invisibile”

«A Genova e nel Nord vale il principio della strategia dell’occultamento, dell’inabissamento, del mimetismo. L’infiltrazione? Nell’edilizia, nel settore immobiliare, nel commercio, nella grande distribuzione, nel credito, nel turismo, nella gestione di giochi e scommesse»

anna canepa
La mia prima volta con Libera è stata a Niscemi nel lontano 1997.
Da allora non ci siamo più lasciati, insieme  a tanti, per ricordare il passato ed affrontare le complessità di oggi e le sfide del futuro.

Questa giornata, che Libera ha deciso di celebrare a Genova, “La Giornata della memoria e dell’impegno”, è una occasione di festa insieme a tanti giovani, ma per la serietà dei temi affrontati, l’occasione per una riflessione sulla circostanza che le mafie non conoscono confini; l’occasione per superare definitivamente luoghi comuni e pregiudizi e l’opinione diffusa che la criminalità organizzata di stampo mafioso sia prerogativa del Sud del Paese o comunque una realtà distante dai territori non tradizionalmente mafiosi.

Il Nord purtroppo, sia per ragioni geografiche che economico/sociali, da tempo è  luogo di approdo della criminalità organizzata sia per le attività illecite sia per quelle all’apparenza “lecite”.
La necessità di ripulire e reinvestire l’enorme quantità di denaro proveniente dalle attività illecite delle mafie, prima fra tutte il traffico di droga, le ha indirizzate su settori altrettanto redditizi, ma più consoni alle caratteristiche delle nuove generazioni di mafiosi e meno rischiosi in termini di pena.

Per le organizzazioni criminali è diventato così molto più conveniente occuparsi di affari infiltrandosi nell’economia legale nel campo dell’edilizia, nel settore immobiliare, nel commercio, nella grande distribuzione, nell’erogazione del credito, nei settori legati al turismo o ancora nella gestione dei giochi e delle scommesse.

In Liguria e nel Nord in genere la realizzazione degli scopi delle associazioni mafiose non passa necessariamente per l’occupazione “militare” del territorio e l’intimidazione, ma per la pratica dell’avvicinamento/assoggettamento (spesso cosciente e consenziente) di soggetti legati negli stessi luoghi da comunanze di interessi. Per raggiungere i suoi obiettivi la criminalità organizzata è venuta a patti con numerosi soggetti disponibili a percorrere la più remunerativa via dell’alleanza e del compromesso, piuttosto che quella della libera concorrenza secondo le regole, ed ha così accumulato grandi disponibilità di denaro con cui ha acquistato imprese, acquisito aziende senza dover ricorrere al credito bancario.

L’abile atteggiarsi delle mafie al Nord conferma che qui vale il principio della strategia dell’occultamento, dell’inabissamento, del mimetismo. 
Non a caso si è parlato, in questa ed in altre realtà, di “mafia invisibile”.
E’ di estrema importanza su questi territori cogliere i “sintomi”, purtroppo sempre più numerosi, che ne segnalano la presenza, sintomi che si concretizzano in azioni tipiche, come danneggiamenti, incendi, estorsioni, intimidazioni, ma che soprattutto si manifestano in maniera subdola ma forse ancora più insidiosa attraverso contatti, relazioni con politici, amministratori, imprenditori.

Bisogna quindi prendere atto che non esistono territori immuni e che i tentativi di infiltrazione mafiosa vanno di pari passo con le grandi occasioni di investimento. E si noti bene che quello che si afferma non si basa su un’analisi sociologica o culturale, ma su dati giudiziari ed investigativi concreti.

Proprio le evidenziate caratteristiche del territorio ligure fanno sì che la regione sia considerata un’area di opportunità e di laboratorio per alleanze trasversali.
L’intervento della Magistratura e delle Forze dell’ordine arriva tardi e non è sufficiente a fermare un fenomeno così invasivo, subdolo e penetrante .

L’ottica in cui si deve agire non deve essere emergenziale, propagandistica, demagogica. La lotta al crimine organizzato non può essere solo repressione perché le mafie non sono solo un problema criminale, ma sono qualcosa di più articolato: sono un problema culturale, democratico, politico.
Un problema che affonda le sue radici nella storia dell’Italia unita.

Le Istituzioni, la Pubblica Amministrazione svolgono un ruolo fondamentale nel contrasto a queste forme di illegalità; spesso infatti le organizzazioni criminali traggono vantaggio dall’incapacità di dare risposte concrete ed immediate ai cittadini: regole chiare, procedure trasparenti e uniformi, efficienza, efficacia, qualità. Vi è la necessità di una azione coerente e sinergica, la necessità di risorse e di strumenti adeguati alla complessità del fenomeno e la necessità di un atteggiamento consapevole da parte delle comunità.

ANNA CANEPA
Direzione Nazionale Antimafia 
Genova, 17 marzo 2012
Ultimo aggiornamento: 17/03/2012
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