Lo spazio pubblico del Carlo Felice

Avviato l’accordo di collaborazione tra il Comune, il teatro Carlo Felice e il dipartimento di Scienze per l'Architettura della scuola Politecnica dell'Università di Genova. Una collaborazione per la valorizzazione delle parti monumentali della galleria Giuseppe Siri e il recupero del caffè del teatro.

Testo Alternativo
L’obiettivo è quello di rendere più vivo e valorizzare un ambito, ha dichiarato l’assessore Fiorini “in modo che questo spazio possa essere oggetto di minor degrado e possa svolgere le sue funzioni aggregative. Un luogo bello che porta in un luogo altrettanto bello e che è patrimonio della nostra città - Uno spazio vissuto è più sicuro”.

Uno piazza, davanti al teatro, bellissima ma un pò tetra, bellissima ma un pò ostile. Sono le motivazioni che hanno spinto Maurizio Roi a proporre, cercare e pensare delle soluzioni: “sentito l’assessore - qui abbiamo bisogno di riordinare e pulire, come facciamo a rendere la zona più sicura, tranquilla e invitante? c’è venuto in mente di fare un progettino per rendere il luogo più vivibile, in collaborazione con l’Università”.

Quello del Carlo Felice è un esempio di architettura fra i più importanti o il più importante a livello nazionale, e come tale deve essere valorizzato. Il Carlo Felice, posto al centro della città è il reale ombelico culturale genovese e costituisce la nostra dimensione.

Un monumento distrutto dalla Guerra, e di cui era rimasta in piedi la statua dell’angelo dell’armonia, quasi un segno premonitore. L'edificio fu ricostruito su progetto di Ignazio Gardella, l’autore della casa delle zattere, e Aldo Rossi che si uniscono e consegnano alla città il nuovo teatro dell'Opera, inaugurato nel 1991, nel momento in cui Genova è nel pieno del suo sviluppo culturale.

L’Azione dell’Università sarà quella di recuperare documenti e oggetti originari, dove il dipartimento dovrà garantire una conoscenza scientifica di questo passato recente, circa 25 anni, che appartiene al nostro contemporaneo; campionare gli oggett,i pensare alla loro ricollocazione e reinterpretazione le linee guida dei materiali. E’ la sintesi del discorso fatto dai rappresentanti del Dipartimento dell’Università, Valter Scelsi e Carmen Andriani che ha concluso il suo intervento dicendo:“l’architettura non ha senso se non è usata”.

L’operazione è un ulteriore tassello per rendere ancor più vivibile uno degli spazi più belli della nostra città, che entro il 15 Febbraio 2015, tempi indicati dal sovrintendente, avrà lo studio preliminare per quanto riguarda la galleria. Bisognerà attendere Aprile per il progetto del recupero e riordino dei materiali, che consiste nel recupero di disegni esecutivi, inventari degli oggetti, immagini fotografiche e di gran parte degli arredi originali, oltre alla ricostruzione del caffè, che aveva luogo nello spazio della vecchia biglietteria, un luogo caro a E. Sanguineti.

Nell’attesa, verranno messi all’ingresso dei pannelli esplicativi con la storia del luogo, e di cui riportiamo una sintesi:
Il 7 aprile 1828 veniva inaugurato a Genova il Teatro Carlo Felice, su progetto dell'architetto Carlo Barabino. Intorno al grande edificio pubblico si compone, negli anni a seguire, il nuovo centro della città, le cui vicende si intrecciano, da allora, con quelle del teatro. Insieme vedono nascere e svilupparsi la fortuna ottocentesca del melodramma italiano e insieme subiscono le distruzioni belliche del Novecento.

I resti dell'edificio neoclassico sono il punto di partenza per i progetti della ricostruzione nel secondo dopoguerra. Al termine di una lunga stagione di ipotesi e progetti, nel 1981, un gruppo di architetti coordinato da una coppia di eccellenza, Ignazio Gardella e Aldo Rossi, presenta la proposta che risulterà vincitrice del concorso-appalto bandito dalla municipalità. Costruito sull'area dell'antico Carlo Felice, il nuovo teatro recupera due idee già presenti nei progetti irrealizzati dell'architetto veneziano Carlo Scarpa: la creazione di una piazza coperta (oggi dedicata al cardinale Giuseppe Siri), dove il teatro sia collegamento ideale tra galleria Mazzini e piazza De Ferrari, e il recupero del grande pronao marmoreo esastilo dorico che costituiva l’accesso separato per il principe di Savoia, sormontato da un timpano triangolare che aveva sulla sommità la statua del “Genio dell’Armonia”.

Il monumento urbano rinasce e regala al suo autore, Aldo Rossi, il massimo riconoscimento mondiale: quel Pritzker Architecture Prize che vince, primo architetto italiano, nel 1990. All'interno del grande progetto di ricostruzione Aldo Rossi - disegnatore di oggetti simbolo del design del Novecento – progetta in ogni dettaglio un piccolo, prezioso caffè del teatro, rivolto alla piazza e alla città, che fino al 2007, anno in cui viene smantellato, si colloca, con la propria atmosfera centro-europea, nella ristretta lista mondiale di locali d'autore.

19 dicembre 2014
Ultimo aggiornamento: 19/12/2014
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