In Vespa per la fraternità
Vincenzi: «Il valore della globalizzazione»

Lo strano Giro d’Italia di una coppia di Montecosaro ritorna a Palazzo Ducale, dove in primavera aveva mosso i primi passi. In tutte le città toccate Giorgio e Giuliana hanno consegnato la “Carta di Genova”

Foto di Simone D'Ambrosio
Girare l’Italia in Vespa per promuovere il valore della fraternità, accompagnati dai principi ribaditi nella “Carta di Genova”, documento sottoscritto dal sindaco Marta Vincenzi e dalla associazione "Città per la Fraternità" e dal "Movimento Politico per l’Unità", in occasione del convegno che si è tenuto a Genova lo scorso 14 maggio.
Lo strano viaggio di Giorgio e Giuliana ha fatto tappa sabato pomeriggio nella sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale, dove la giovane coppia di Montecosaro (Mc) ha raccontato a un interessato pubblico come è maturata la decisone di percorrere lo stivale in lungo e in largo, isole comprese, in sella a una “50 Special” del 1978.

Il tutto nasce proprio alcuni mesi fa nel palazzo dogale, in seguito al convengo dal titolo “Unità, Federalismo, Fraternità: un percorso possibile”. L’idea di coniugare i 150 anni dell'unità d'Italia con la fraternità ha stimolato la fantasia dei due sposi che hanno iniziato a delineare il viaggio affianco all’associazione Città per la Fraternità, un organismo sorto per ispirazione di Chiara Lubich che  vuole contribuire alla diffusione dei principi di fraternità, di pace, di giustizia nella vita politica, mettendo in rete tutti i comuni che vogliono condividere questi ideali.

Il giro è iniziato domenica 4 settembre da Montecosaro diretti al sud, per poi risalire e passare da Roma e altre grandi città, non disdegnando però anche piccoli comuni, con la previsione di tornare al loro paese mercoledì 26 ottobre: 45 città da visitare in 53 giorni.

Genova è stata la 28a tappa del tour: Giorgio e Giuliana sono stati accolti, tra gli altri, dal loro sindaco Stefano Cardinali e da Marta Vincenzi. «Il viaggio di Giorgio e Giuliana è molto nel segno di quanto volevamo dire con la Carata firmata il 14 maggio. È un’indicazione nuova che guarda nel profondo dei bisogni che abbiamo. Il tema della fraternità ha a che fare con la consapevolezza della universalità dei diritti dell’uomo: sentirsi fratelli vuol dire riconoscere che tutti gli uomini sono uguali. È certamente un rifermento alla Rivoluzione francese ma ne è anche un superamento perché fa i conti non solo con i vincoli degli Stati-Nazione: significa dire con forza che la vera globalizzazione, quella che ci piace, è quella che riconosce che tutti siamo uguali. E che quindi non ci possono essere paesi in cui i diritti dell’uomo vengono calpestati».

Il sindaco ricorda, poi, il forte valore simbolico che ricopre anche il mezzo di trasporto utilizzato dalla coppia: «La Vespa è stata uno strumento che ha testimoniato la volontà di farcela con niente in un momento molto difficile della nostra storia e della nostra produttività, un qualcosa di molto simile a ciò che stiamo vivendo oggi».

Infine, non poteva mancare un accenno all’importanza del valore della fraternità come criterio per una nuova politica: «Nella dimensione istituzionale bisogna fare i conti con il senso del limite che nelle società antiche era delineato dalle istituzioni religiose che oggi però hanno un compito più alto: non devono occuparsi di normare ma di riconoscere e accompagnare la dimensione umana perché il senso del limite va riconosciuto senza che nessuno lo imponga. Il senso ultimo della nostra fraternità e il valore del limite che ci diamo sono allora i beni comuni e il criterio con cui li usiamo». 
Genova, 8 ottobre 2011
Ultimo aggiornamento: 13/10/2011
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