Sopraelevata: arriva “Celeritas”
Ecco tutti i segreti del nuovo Tutor

Finita la sperimentazione. Dal 6 marzo si va a 60 Km all’ora: 4 rilevatori sulla carreggiata a monte e 3 in direzione levante faranno, per ogni tratto, una media sulla velocità. Multe da 60 a 750 euro. L’assessore Farello: l’obiettivo è garantire a ogni costo la sicurezza di tutti.

celeritas sopraelevata
“Celeritas”, il nuovo sistema di controllo della velocità sulla Sopraelevata (prodotto da Selex-Elsag), sarà in funzione in via definitiva a partire da martedi 6 marzo. Da oggi il Comune di Genova ne darà ampia pubblicità, nel sistema dei media e attraverso affissioni stradali, perché gli automobilisti non si trovino impreparati. «Il nostro obiettivo - spiega l’assessore alla mobilità urbana, Simone Farello - non è fare cassa, ma al contrario ottenere il rispetto del limite di velocità e così dare poche multe. Questo serve soprattutto per ridurre gli incidenti e aumentare la sicurezza di tutti: di chi tende a correre troppo come di chi rispetta le norme e rischia di essere coinvolto in disastri provocati da altri».

Sollecitato dai giornalisti, Farello afferma che il Comune, con i lavori sul manto stradale, sulle caditoie e sui giunti tra i vari segmenti di strada e adesso con questo progetto, ha mantenuto gli impegni che aveva assunto per la sicurezza dell’arteria. La sostituzione integrale del guard rail non è praticabile per mancanza di fondi (costerebbe circa 20 milioni di euro); al massimo, se si troverà una buona soluzione tecnica, la barriera laterale potrà essere modificata; ma riuscire a ridurre la velocità di transito sarà già un grosso passo verso l’obiettivo della sicurezza.
Le sanzioni andranno da circa 60 euro, spese di notifica e varie comprese, per le infrazioni meno gravi (quando il limite è superato di meno di 10 chilometri all’ora) a circa 750 euro – con scaglioni progressivi - per chi supera i 120 Km all’ora.

Sull’ipotesi di un innalzamento del limite di velocità sulla Sopraelevata fino a 70 chilometri l’ora, l’assessore dà una risposta interlocutoria: per il momento il limite è 60; se l’esperimento avrà successo, se i conducenti saranno più disciplinati, se si ridurranno gli incidenti, allora ne riparleremo; valuteremo secondo i nuovi dati in nostro possesso.


Che cos’è e come funziona “Celeritas”
La gestazione del progetto è stata lunga, tra gli studi di fattibilità secondo le normative vigenti (Celeritas è forse l’unico caso in Italia di “tutor” su strade urbane), la classificazione, nell’agosto 2009, della Strada Aldo Moro come “strada urbana di scorrimento”, il decreto prefettizio che stabilisce che nel caso delle infrazioni commesse la contestazione possa essere differita, la realizzazione tecnica del sistema e il collaudo e la sperimentazione. Quest’ultima, condotta direttamente sulla sopraelevata,è stata particolarmente pignola e ha fornito dati interessanti sul comportamento degli automobilisti: nonostante il sistema fosse segnalato, all’inizio le infrazioni sono state infatti moltissime, per poi gradualmente si sono ridotte.

Tecnicamente il nuovo impianto funziona come il cosiddetto Tutor sulle autostrade. L’impianto è ben visibile e opportunamente segnalato: su un palo in mezzo alle carreggiate è montato un elemento orizzontale su cui sono installate quattro telecamere.

Il veicolo è fotografato all’inizio e al termine di ognuno dei tratti di strada su cui sono installate le porte, 3 sulla carreggiata a monte, 4 in direzione levante (il motivo è strutturale: in questo percorso ci sono anche due uscite intermedie); immediatamente dopo, dal confronto dei tempi, il computer stabilisce se la velocità media è superiore alla massima consentita. In tal caso, scatta la sanzione. Le stazioni di rilevamento sono anche telecamere e autovelox, ma questa funzionalità non sarà attivata. Chi viene multato per aver superato la velocità su uno dei tratti, non lo sarà se dovesse ricaderci in altri tratti controllati durante lo stesso percorso.


Come comportarsi per evitare sanzioni
È necessario, ovviamente, rispettare la velocità, tenendo conto che:
− Il sistema, rilevando la velocità media, è meno severo di un autovelox, perché non punisce la distrazione di un attimo: se mi accorgo di aver superato il limite, rallento subito dopo, riducendo così la media.
− Il limite di 60 chilometri orari è in realtà, tenendo conto delle tolleranze di legge (5 km/h sotto la velocità di 100 km/h, il 5% della velocità al di sopra), di 65. Chi riceverà una contestazione per una velocità media di 61 Km/h deve sapere che la velocità media rilevata è stata di 66;
− I tachimetri delle auto non sono strumenti di precisione e sono tarati in eccesso; se non si superano i sessanta tachimetrici si può ragionevolmente pensare che anche piccole distrazioni rientrino nella norma.
− La velocità è calcolata sul percorso più breve, cioè quello di chi taglia le curve (commettendo infrazione): chi mantiene la propria corsia risulta perciò leggermente più lento rispetto alla realtà.
− Il Ministero delle Infrastrutture, interpellato dal Comune, ha chiarito che il metodo di calcolo della velocità media è quello qui riportato e che non valgono ulteriori abbattimenti della stima, come ventilato recentemente da un quotidiano che sull’argomento aveva suscitato qualche “speranza” negli automobilisti.

È bene, in definitiva, rispettare il limite secondo le indicazioni del tachimetro, che sono prudenziali, rallentare in caso di superamento per distrazione, non tagliare le curve.


L’effetto dissuasivo
All’inizio della sperimentazione, nella primavera del 2011, le infrazioni rilevate erano circa 1.200 al giorno (ma bisogna dire che su un campione di 3.700, ad esempio, oltre il 75% era riferito allo sforamento dei 10 Km., cioè della fascia minima); adesso, dopo che gli automobilisti si sono abituati a notare, bene in vista sul loro percorso, i misuratori di velocità, si sono ridotte a circa 600-700.
In un anno di sperimentazione, la velocità di picco dei veicoli è calata del 25 per cento; quella media del quindici. Il tasso di mortalità si è più che dimezzato (meno 51%), mentre quello di incidentalità è sceso del 19%. Questi dati, se ci inducono a pensare a una correlazione forte tra la velocità, gli incidenti e i danni connessi, ci portano a ben sperare sulla riduzione del rischio in una vecchia strada a cui la Genova del XXI secolo non riesce a rinunciare.
Genova, 27 febbraio 2012
Ultimo aggiornamento: 28/02/2012
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