Napolitano e Cancellieri:
lo Stato non si fa intimidire

Il capo dello Stato e Il Ministro degli Interni, per tre anni prefetto del capoluogo ligure, hanno detto che la tragedia del terrorismo non si ripeterà. Il capo del Viminale risponde in Parlamento alle domande dei Deputati sulle indagini in corso

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La tragedia del terrorismo «non si ripeterà, nemmeno in forme di bieca e micidiale farsa» e anche dopo l'attacco al dirigente dell'Ansaldo, «la vigilanza sarà categorica" e «quanti fossero tentati di mettersi su quella strada sono dei perdenti e non si illudano di intimidire lo Stato». Lo ha detto Giorgio Napolitano al Quirinale.

La gambizzazione dell'ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, «desta molta preoccupazione per la sua gravità: non è necessario che io ricordi il valore simbolico che, in passato, l'Ansaldo ha rappresentato nella lotta all'eversione». Lo ha detto alla Camera il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri. Nelle indagini sulla gambizzazione dell'ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, si stanno valutando tre piste: quella vetero-brigatista, quella anarco-insurrezionalista e quella “commerciale”, legata agli interessi dell'azienda nell'Est europeo. «Il ferimento del dirigente dell'Ansaldo Nucleare - ha detto il Ministro dell'Interno - non è stata finora rivendicata e non risulta che la vittima abbia ricevuto minacce». Un servizio di vigilanza dinamica dedicata agli stabilimenti di Genova ed alle abitazioni di alcune figure di spicco all'interno del Gruppo.

Si tratta di misure di protezione più incisive nei confronti dei dirigenti Ansaldo. L'attività di indagine, ha sottolineato Cancellieri, «non trascura alcuna direttrice e si stanno attentamente vagliando tutte le ipotesi investigative, comprese quelle ritenute meno probabili per le quali sono state sempre usate, anche da me, espressioni di grande cautela». Delle tre piste al vaglio degli investigatori, ha proseguito il ministro, «a quella che potrebbe associare l'attentato alla matrice brigatista, possono ascriversi le modalità con le quali è avvenuto l'agguato, in particolare l'uso di un'arma da fuoco e la preparazione che lo ha preceduto, che sembra dimostrare una certa capacità organizzativa». D'altra parte, ha ricordato, «non sono mancati in passato episodi intimidatori, ascrivibili a soggetti dell'area marxista-leninista, in cui ricorrono elementi di affinità e analogia operativa con l'attentato di lunedì scorso, come ad esempio il ricorso a pallottole calibro 7.62 Tokarev».

Quanto alla seconda pista, ha proseguito la titolare del Viminale, «la tematica antinucleare ha sempre rivestito specifico interesse per i gruppi di matrice anarco-insuerrezionalista e nel marzo del 2009 è stato diffuso sul web un documento in cui, pur in completa assenza di minacce specifiche, erano stati indicati numerosi manager di diverse società impegnate nel settore dell'energia nucleare, fra i quali anche Roberto Adinolfi. Va pur detto - ha poi aggiunto - che l'utilizzo di un'arma da fuoco rappresenterebbe a livello operativo una novità assoluta nelle strategie dei gruppi anarco-insurrezionalisti che si affidano a diverse modalità di intervento».

La pista commerciale, ha riferito ancora il ministro, nasce dalla considerazione che «l'Ansaldo Nucleare ha recentemente sviluppato la propria attività nell'area dell'Est europeo, con particolare riferimento alla Romania, all'Ucraina e alla Russia, attraverso la costruzione di nuove centrali nucleari e la gestione dei rifiuti radioattivi. In quest'ottica, non si può escludere che l'espansione commerciale della società su nuovi mercati possa aver prodotto reazioni di natura violenta indirizzate verso l'amministratore delegato. Peraltro, ha osservato, tale eventualità potrebbe trovare riscontro nell'uso della pistola Tokarev, diffusa negli ambienti criminali dell'Est Europa».
genova, 9 maggio 2012
Ultimo aggiornamento: 09/05/2012
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