Genova dice "No al terrorismo"
Rosi Bindi: «L’esercito non serve»

La città e le istituzioni unite in risposta all'attentato che ha colpito Roberto Adinolfi. Il corteo è partito dal monumento dedicato a Guido Rossa e ha raggiunto De Ferrari dove più di tremila persone hanno seguito le orazioni ufficiali. L'intervento di Marta Vincenzi

Genova, ancora una volta, scende compatta in piazza per dire a voce forte “No al Terrorismo”. La grande manifestazione contro la violenza che in questi giorni ha risvegliato l’incubo degli anni di piombo ha richiamato moltissimi cittadini.

In piazza, dove campeggia lo striscione "Genova unita contro il terrorismo", si sono raccolte circa tremila persone, tantissime le personalità scese per manifestare, rappresentate tutte le istituzioni locali tra cui Camera di Commercio, Confindustria, Ansaldo, tutti i sindacati, Legambiente. Moltissimi i cittadini accorsi al presidio, memori delle efferatezze degli anni 70.

Molte le personalità intervenute; Marta Vincenzi, sindaco di Genova ha preso la parola per prima, per l'orazione ufficiale: «Ringrazio Genova per esserci, per aver reagito, abbraccio Adinolfi e tutti i lavoratori di Ansaldo, realtà forte della nostra città, e che deve continuare a esserlo. Le istituzioni sono a fianco dei lavoratori, portatori di una cultura operaia che è alla base della nostra città. Questo patrimonio ci ha permesso di uscire dagli anni bui del terrorismo. Genova è stato il centro simbolico di quegli anni. Guido rossa, l’operaio ucciso, ha rappresentato la legalità, il come bisogna reagire. Con il suo esempio e con ilsuo sacrificio ci ha salvati. Dobbiamo allontanarci da certe ideologie che non hanno come precondizione etica la sacralità della vita. Non rinunceremo mai alla critica, ma bisogna cambiare attraverso la via democratica».

Subito dopo, Massimo Coco, figlio di Francesco, vittima del piombo del terrorimo, ha letto il nomi di tutte le vittime degli anni di piombo sottolineando come ci sia il bisogno di rifiutare anche il gergo dei terroristi. «Non si dice "gambizzato": la legge ha nomi precisi per questi reati, che sono aggressioni, lesioni gravi e gravissime, tentati omicidi. Non dimentichiamo che tra le vittime c'è chi porta un'invalidità permanente».

Segue l'intervento del delegato di Ansaldo Energia, Renato Parodi: «Ricordiamo a quei delinquenti che noi non siamo partigiani, ma comunque siamo figli e nipoti di quegli uomini che ci hanno consegnato un paese libero e democratico. La risposta è nella politica e nel sindacato».

Antonio Pastorino, delegato Ansaldo Pastorino ha ricordato Pertini che disse: «Non armate le vostre mani ma il vostro cuore per portare avanti la bandiera della Democrazia».
È stato letto il messaggio del giornalista Enzo Costa:«Oggi bisogna esserci perché una pistolettata ad una gamba è una ferita per tutti».

Ha chiuso la giornata l'intervento del vice presidente della Camera dei Deputati, Rosi Bindi:«Non sarà l’esercito che combatterà il terrorismo, ma la partecipazione democratica. Tanti anni fa ne siamo usciti senza mai sospendere i diritti dei cittadini, con la Costituzione in mano. La sfida oggi è esercitare autorità nel rispetto delle persone: momenti come il G8 sono stati esempi negativi di come l’arbitrio delle forze dell’ordine e del potere vadano contro l’amore e la libertà».

Il lungo pomeriggio della mobilitazione contro il terrorismo, in reazione alla gambizzazione dell’ad di Ansaldo Nucleare Adinolfi, è incominciato in Largo XII ottobre, presso il monumento dedicato a Guido Rossa. Quasi un migliaio i manifestanti: presenti tutte le principali sigle sindacali, Cgil, Uil e Cisl, oltre alla Fiom, Silp e ai principali esponenti politici della città.

Sabina Rossa, figlia di Guido ha sottolineato come sia importante che la politica intraprenda una strada di riforme, rispondere alla sete di giustizia: «Ognuno deve fare la sua parte,  se la politica non risponde si crea un terreno fertile per ideologie degenerative. Noi  oggi siamo qui perché crediamo che i terroristi siano i nemici della democrazia e dei lavoratori».

Claudio Burlando, governatore della Regione Liguria ha ricordato come «sia necessario reagire subito con fermezza: i tempi sono cambiati rispetto agli anni di piombo, chi fa terrorismo non ha più il seguito di un tempo ma ugualmente può fare danni enormi. Oggi i numeri sono diversi, ma non deve essere diversa l’attenzione con cui la società civile deve rispondere».

Il corteo, dopo qualche minuto di raccoglimento, si è diretto a De Ferrari per le orazioni ufficiali: in testa lo striscione dei tre sindacati con scritto a caratteri cubitali "No al terrorismo". Dietro quello dell'Anpi che recitava "Genova non dimentica, ora e sempre Resistenza". Anche una delegazione di Emergency ha partecipto alla manifestazione, seguita dall'Arci.

Genova, 17 maggio 2012
Ultimo aggiornamento: 30/07/2012
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