Ma che bello il nuovo sito! di Enzo Costa

In occasione dell'uscita del nuovo portale del Comune di Genova, Enzo Costa regala alla città le sue preziose parole. Se il buon giorno si vede dal mattino...

Testo Alternativo
Di base, per zucconaggine informatica di stampo genetico, sono contrario ai restyling del mio sito e del mio blog. Allorquando la valente e paziente Aglaja – grandiosa vignettista e strepitosa webmaster – mi comunica che è giunto il tempo della riverniciatura grafico-contenutistica (che per me arriva sempre troppo presto e troppo spesso), io provo un misto di ansia, fastidio e sconcerto, riassumibile in una domanda filosofica: ma perché? Ma perché cambiare il template, spostare la colonnina, modificare il menù, colorare i font, scolorire i tag, rimpicciolire i caratteri e ingigantire le immagini o viceversa? So bene che un perché c’è, e difatti la valente e paziente Aglaja ogni volta me lo espone. Ma io, ogni volta, forte della mia cocciutaggine digitale, resto attonito e perplesso. Sensazione che si acuisce nel momento in cui dall’annuncio si passa alla realizzazione, che sovente mi colpisce a tradimento: incurante degli avvisi di restauro migliorativo, io navigo tranquillo, come se nulla mi fosse stato preannunciato, con rotta sulla mia home page. E qui – dolorosamente – mi perdo fino al naufragio: non trovo più quel mio pezzo del 1996, la nuova tinta dello sfondo mi sembra inguardabile, persino i pur esteticamente anonimi link, così proditoriamente sfigurati, hanno un che di sinistro e di alieno. “Rivoglio la mia cara vecchia solita hp!” penso (quando va bene) o grido (quando non mi trattengo) disperato. È, lo so bene, una forma da pc di pigrizia mentale, una sindrome on-line di conservatorismo abitudinario, una refrattarietà al nuovo nelle sue modalità web. E so altrettanto bene che si tratta di una patologia grave ma, per fortuna, curabile dal tempo: nel senso che, trascorsi due-tre giorni infernali di assoluto sgomento psico-fisico, improvvisamente, guardando il monitor mi sento meglio: la nuova veste del mio sito o del mio blog, di botto, non mi sembra più deprimente ma piuttosto promettente. Dopo un’altra mezz’ora, diventa molto allettante. Da lì all’indomani, la troverò fantastica, come oggettivamente è. E mi capita anche con siti e blog non miei, che visito volentieri. Certo, in modo meno drammatico, giacché un conto è vedere “devastata” la pagina della propria casa (per usare un’ottusa traduzione letterale), un altro – più sopportabile – è osservare la ristrutturazione della pagina della casa d’altri. Sei meno ferito nell’amor (virtuale) proprio, però un po’ soffri. Fino a quando, come per la tua bella paginetta di casetta, non inizi a gradire qualità estetica e funzionalità pratica del nuovo arredamento altrui. In generale, si tratta, molto semplicemente, di abituarsi. Di abituarsi a vedere diversamente, scoprendo piano piano che “diversamente” vuol dire “meglio”. E, per me, un modo per accelerare il processo di adattamento visuale è quello di veder pubblicato un pezzo nuovo fiammante che rechi la mia firma. Con il mio sito ed il mio blog funziona alla grande: l’articolo fresco rende più rapidamente gradevole la “pittura fresca” di quelle pagine elettroniche. Ecco perché, se e quando uscirà questo mio commento sul “nuovo” sito del Comune di Genova, mi dirò: “Però, guardando bene, mica male, il ‘nuovo’ sito!”.

postapercosta@gmail.com

P.S. In realtà, ho visto in anteprima la nuova home page di questo sito, e l’ho trovata molto bella, anche (o in quanto?) senza questo mio articolo.
Genova, 20 luglio 2011
Ultimo aggiornamento: 30/12/2011
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