Fincantieri: incontro con Passera fallito
I lavoratori riprendono lo sciopero a oltranza

Il ministro ha sostanzialmente confermato il precedente piano dell’azienda, dando generiche assicurazioni sul mantenimento dei cantieri e del lavoro. Ritenuto valido l'accordo separato, delusione dei genovesi, che da domani riprenderanno il blocco del cantiere

Cancelli cantieri sestri, Mimmo Giordano
Non è andata bene. O almeno non come i lavoratori della Fincantieri speravano. Quasi due ore di incontro al ministero dello Sviluppo economico, Corrado Passera da un lato e i sindacati confederali di categoria dall'altro mentre per strada i lavoratori dei cantieri giunti da Genova, dalla Campania e da altre località d'Italia sono bastate per disegnare sul volto di Maurizio Landini, segretario nazionale Fiom Cgil le rughe della delusione e tornare tra i suoi pronunciando poche definitive parole mentre i segretari nazionali di Fim-Cisl e  Uilm-Uil se ne andavano da una porta laterale, per sancire quello che il ministro Corrado Passera aveva tenuto a ribadire: l'accordo separato firmato dai 3 sindacati con l'azienda è da considerare valido, il ministro incontrerà l'ad Giuseppe Bono, la Fincantieri è strategica e si tenterà di dare lavoro a tutti gli stabilimenti senza discriminare nessuno, ma per il momento basta così, di più non si può dire.

Risultato: Landini è sceso a riferire e la decisione dei genovesi in attesa è stata praticamente immediata. Lo sciopero continua a oltranza. Le risposte sono deludenti, domattina la protesta riprende a Sestri Ponente a tempo indeterminato, l'assemblea deciderà le modalità della lotta. Intanto i lavori alla nave Oceania, in consegna a marzo, continueranno a rimanere fermi finché non arriveranno novità positive.

Passera ha messo di nuovo in gioco l'ad Giuseppe Bono, e ha rilanciato prendendo per buono l'accordo separato che ha sancito la spaccatura dei sindacati. Ora la parola passa alla politica, alle istituzioni. I lavoratori non faranno marce indietro, anche perché a livello aziendale l'unità c'è. Domattina cantiere chiuso e nuovo presidio davanti ai cancelli, sciopero a oltranza e per il resto decideranno i lavoratori.

Dopo l'incontro, gli slogan, gli striscioni, i lavoratori genovesi, a tarda sera sono andati a cenare e poi sono tornati sul pullman che in nottata li riporterà a Genova, per essere domattina di nuovo in fabbrica pronti a ragionare sul da farsi.
Nella testa, durante il viaggio le parole di Landini: «Il ministro ha ascoltato tutte le posizioni sindacali, quindi ha precisato che l’accordo raggiunto è buono, stabilendo così come buono di fatto un accordo separato che per me invece rappresenta un problema».
Il segretario generale nazionale della Fiom ha detto anche che il ministro ha assicurato la volontà del governo di lavorare per non far chiudere i cantieri navali, ma che alle precise richieste della Fiom, su un maggior impegno per la ridistribuzione dei carichi lavorativi all’interno dei cantieri, Landini non ci sono stati impegni precisi: «Invece di riconvocare un confronto tra qualche mese, alla nostra richiesta Passsera ha detto che farà una valutazione con l’azienda e poi ci darà una risposta».

Il ministro dello Sviluppo economico, in una nota ha voluto precisare dopo l'incontro «l’importanza strategica dell’industria cantieristica per l’economia nazionale, sottolineando l’impegno che l’esecutivo intende riservare al rilancio di Fincantieri, a partire dalla volontà di dare un futuro a tutti i siti in cui opera l’azienda».

Fim e Uilm, dal canto loro, hanno sottolineato invece positivamente l’importanza dell’impegno del governo per garantire il rilancio dell’azienda e mantenere tutti gli otto cantieri. «La cosa importante - ha dichiarato il segretario generale Uilm Rocco Palombella - è che il ministro ha ribadito l’impegno affinché tutti i cantieri continuino a rimanere aperti, venendo incontro alle nostre richieste». Simile il commento commento di Giuseppe Farina, della Fim: «Il governo ha confermato l’impegno a salvaguardare la cantieristica e ad effettuare verifiche per garantire il rilancio e il mantenimento di tutti gli otto cantieri».

Per il segretario della Fiom di Genova, Bruno Manganaro è andata, senza mezzi termini, «malissimo: il precedente piano industriale ha la benedizione del governo e quindi noi continueremo la lotta. Da domani sciopero ad oltranza».

Prima dell'incontro la posizione della Fiom Cgil era chiara: il ministro assuma in prima persona, la responsabilità della trattativa. Se il piano dell'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, è stato ritirato il 3 giugno scorso,  questo piano non esiste più, quindi se ne faccia un altro. E lo faccia chi ha titolo. Ovvero l'azionista. Con questa meditata idea la componente Cgil si era presentata in trattativa per mettere un avvio di di accordo sul tavolo del ministro allo Sviluppo economico e delle Infrastrutture Corrado Passera, che dopo l'occupazione dell'aeroporto di Genova da parte dei lavoratori del cantiere genovese, il 4 gennaio scorso, aveva finalmente  accettato di convocare per oggi a Roma i segretari nazionali dei sindacati di categoria Cgil, Cisl e Uil.

Intanto a Genova anche oggi si era ripetuto quello che ormai da settimane è il sofferto rituale davanti ai cancelli di Sestri Ponente: alle 5,30 inizio del presidio e sciopero, nel quadro della protesta ad oltranza proclamata dai lavoratori fino a quando la vertenza non si avvierà verso una conclusione definitiva, scongiurando la chiusura dello stabilimento prevista a marzo – con la consegna dell'Oceania, l'ultima nave in costruzione – e la messa in cassa integrazione di oltre 745 dipendenti (3.200 nel gruppo). Alle 9 la partenza in pullman di una delegazione -  oltre una cinquantina di persone, tra lavoratori e sindacalisti – verso Roma, per dare un segnale forte durante l'incontro col ministro.

L'arrivo intorno alle 15: un panino e poi appuntamento in piazza Barberini, per raggiungere con pochi passi la sede del ministero. Presidio, volantinaggio, slogan.
L'incontro fra Passera e i tre segretari generali nazionali di Fiom, Fim e Uilm intorno alle 18,30 circa, èer terminare circa due ore dopo, tutto sommato abbastanza rapido rispetto al previsto. Le posizioni dei tre sindacati, sono rimaste distanti come in tutta questa vertenza.

«Per quanto ci riguarda – aveva dichiarato prima dell'incontro Bruno Manganaro segretario generale della Fiom genovese  che ieri aveva partecipato a un vertice con Laurizio Landini assieme agli altri dirigenti del sindacato giunti dalle città in cui è presente la Fincantieri – è certo che questa vertenza non deve diventare una guerra tra poveri. Il ministro deve assicurare che nessun cantiere chiuderà e che il lavoro sarà garantito a tutti. E che l'azionista di riferimento sarà il nostro interlocutore, non l'amministratore delegato, che per noi non esiste. Non si è mai visto che alla Fiat le decisioni le prenda l'ad all'insaputa della famiglia Agnelli!»

Che cosa succederà se ci fosse un rifiuto?
«Questo si vedrà al momento, lo decideranno i lavoratori, che saranno informati tempestivamente dell'esito della trattativa».

In un primo momento sembrava che all'incontro dovessero partecipare anche i rappresentanti di Regione e degli Enti locali di Genova e della Liguria, che si erano particolarmente spesi per il cantiere di Sestri. Ma il ministro in questa fase ha voluto fare il punto solo i sindacati. Un punto che non ha dato gli esiti sperati e che ora deve trovare un altro terrreno di incontro per evitare che la situazionesi sposti su un livello di scontro che non porterebbe nulla di buono a nessuno.
Genova, 10 gennaio 2012
Ultimo aggiornamento: 10/01/2012
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