Facoltà di Ingegneria agli Erzelli
Per l’Università mancano le condizioni economiche

Dopo le sedute del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione, l’Ateneo genovese chiude la questione: i tagli al Fondo ordinario del Ministero e i limiti alle possibilità di indebitamento rendono impossibile l’operazione

Testo Alternativo
L’operazione Erzelli, alle condizioni attuali, non risulta finanziariamente sostenibile dall’Università di Genova” Con queste parole si chiude la delibera del Consiglio di Amministrazione dell’Università, riunito in seduta straordinaria per mettere un punto fermo sulla vicenda del trasferimento della Facoltà di Ingegneria, dopo mesi di voci, trattative, ultimatum e fitta corrispondenza fra le istituzioni.

Già ai primi di luglio il Rettore Giacomo De Ferrari aveva anticipato che le indicazioni della spending review allontanavano da una felice conclusione della vicenda: si prevedono un nuovo taglio al Fondo Ordinario del MIUR, che scende dai 182 milioni di euro del 2012 ai 170 del 2013 , e l’indicazione del divieto tassativo a superare il 15% di tasso di indebitamento per gli Atenei.

Pareva che una soluzione potesse giungere dall’offerta avanzata da GHT, la spa di Erzelli, ma le condizioni proposte dall’azienda (l’acquisto degli immobili di Albaro attuale sede della Facoltà di Ingegneria e un canone di locazione di 1,4 milioni di euro annui per gli spazi e i parcheggi nel Parco Tecnologico) non sono compatibili con i limiti imposti alle possibilità di spesa dell’Università.

Il Consiglio di Amministrazione ribadisce “la strategica rilevanza dell’insediamento della Facoltà di Ingegneria nel Parco Scientifico e Tecnologico”, ma le condizioni economiche, semplicemente, non ci sono.
L’Università e la Facoltà di Ingegneria non si disimpegnano dall’operazione Erzelli, continuando a lavorare al progetto scientifico e immaginando la possibilità di insediare eventualmente nel Parco laboratori e spin off; e rifiutano fermamente l’accusa di non aver mai creduto fino in fondo nel progetto per il quale, però, non è stato possibile raccogliere sufficienti risorse.

Nel corso della seduta del Senato accademico, che ha preceduto quella del Consiglio di Amministrazione, il sindaco Doria ha insistito sull’importanza di mantenere aperta la porta ad eventuali nuove soluzioni (finanziamenti inattesi, interventi privati che non si siano ancora resi disponibili), che però al momento non sono in vista.
Resta quel “alle condizioni attuali”, sottolineato nella delibera, a lasciare aperto uno spiraglio per una vicenda che, per il momento, si ferma qui.
Genova, 24 luglio 2012
Ultimo aggiornamento: 24/07/2012
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