17 marzo: una giornata…Libera
«Il Diritto di avere il Dovere»

Parte alle 9,30 da Piazza della Vittoria il lunghissimo corteo, di oltre centomila  persone che hanno preso parte alla diciassettesima “Giornata della memoria e dell'impegno” indetta da Libera e da Avviso pubblico.

Foto di Rosanna Ponsano
Questa  straordinaria giornata inizia con l’incontro di Margherita, presidente di una delle associazioni  di volontariato,  che si sono rese maggiormente  disponibili a collaborare con i cittadini e le istituzioni durante i giorni dell’alluvione;  con entusiasmo oggi è in piazza, per dare un segnale forte  e rimarcare l’importanza di fare rete, sia per portare un aiuto materiale, ma anche per combattere i vizi della nostra società e proporre delle iniziative ai rappresentanti dello stato e dei comuni.

L’esperienza fatta  durante l’alluvione non deve finire con quei giorni ma deve continuare per migliorare e imparare a prestare attenzione all’uso e allo sfruttamento del territorio, argomenti questi che sono assolutamente inerenti la manifestazione: una occasione per potere incontrare nuovamente quanti avevano risposto agli appelli su “Facebook” da tutta Italia.

Quella di oggi, è per molti, una importante occasione per conoscere un’Italia diversa,  lontana dagli stereotipi  che troppo spesso ci sono proposti  dai sistemi di comunicazioni. Un soffio di speranza,  che da questa bella gioventù  tutto può ripartire; per ripulire le  città, lo Stato e formare una barriera alle infiltrazioni mafiose.

La cifra di oggi sono loro, i giovani, tanti da tutta Italia, nati negli anni peggiori delle stragi della mafia, con le loro facce pulite, i loro ideali veri, specialmente quelli  che  vengono da zone dove la presenza della mafia è sfacciata, dove i comportamenti  omertosi , sono profondamente radicati, ma  proprio il loro entusiasmo  lascia intravedere una speranza di un cambiamento.

Mario Tullo, ricorda che alle prime riunioni di Libera a Genova , fatte alla sala chiamata del porto, partecipavano poche persone, oggi  la grande affluenza, dimostra che la mafia è un problema di tutto il paese non solo,  come si può pensare,  di una parte.

Andrea, 17 anni, è un ragazzo di Sicilia, terra martoriata dagli attentati, i più efferati, attuati per cercare di zittire le bocche e le coscienze, in modo da poter continuare ad arricchirsi in maniera esponenziale:  traffico di armi, di droga, infiltrazioni negli appalti, nella politica, nelle banche….
Ma nelle sue parole la voglia di non rassegnarsi e una  lucida analisi, nei confronti di: «uno Stato che se non garantisce quei diritti, quei doveri che sono sanciti dalla Costituzione, permette il  subentrare della  mafia, della camorra, che così  diventano  dei  “facilitatori” di obiettivi: ottenere più soldi, un permesso edilizio, un lavoro.  Uno Stato presente è quello che mette in condizione tutti di avere il diritto di avere il dovere.
Una dichiarazione importante che lascia trasparire il lavoro fatto in questi anni dalla  scuola, dalla famiglia,  dall’associazionismo di qualsiasi tipo, per formare dei cittadini maturi e consapevoli, un percorso che inizia sin da piccoli.

Quello educativo è un percorso caro alla città di Genova, che ha scelto di partecipare anche con alcune delle sue peculiarità come il museo Luzzati , che in occasione della giornata ha organizzato  un programma speciale per i bambini in età 6-11: negli spazi del Museo Luzzati a Porta Siberia nel Porto Antico, i 4 appuntamenti di animazione nel percorso scenografico "Pulcinella e il Mediterraneo" con disegni di Emanuele Luzzati sul tema dell'incontro tra le diverse culture.

Un itinerario immaginario all’interno della struttura, una sorta di grande quinta teatrale che permette di conoscere “l’altra parte del mondo” raffigurando diverse situazioni di vita quotidiana in diversi paesi dell’area mediterranea, simboli, suoni, odori, colori e suggestioni alla ricerca di radici comuni e legami tra oriente ed occidente.  Sergio Noberini , direttore del museo, presente alla manifestazione, ha aderito  con entusiasmo e ha dichiarato che: «E’ nelle nostre corde proporre questi  temi, abbiamo avuto tantissime adesioni  già da una settimana, oggi ci saranno tanti bambini  e non rimarrà un episodio sporadico. La bellezza di questa giornata è vedere la risposta della città, un segno forte che fa capire la grande voglia di partecipazione, di stare insieme, di combattere tanti episodi che ci imbruttiscono».

Per  una rappresentanza dell’UDI , Unione Donne Italiane «Un passo fondamentale nella lotta alla mafia è stato quello di poterla colpire nei suoi beni.  la legge Rognoni - La Torre ha sancito questo diritto da parte dello Stato. Terreni, palazzi, appartamenti, restituiti alla collettività, a Genova uno è diventato rifugio per le donne maltrattate, è stato utilizzato un bene della violenza per combattere la violenza».

In Manifestazione anche molti gruppi di scout, fra le più attive sul tema dell’ambiente quella del  Genova XIV;  per Filippo, la percezione della mafia a Genova non è così evidente, ma la mafia non è solo quella che uccide con le armi, ma anche quella che scarica rifiuti tossici nelle cave, che ostacola il ciclo dei rifiuti, che guadagna sulla salute della gente.  Andrea, ritiene che la mafia è un modo di fare politica, economia, che non sporca le mani, ma che porta soldi, tanti, con i quali infiltrarsi sempre di più nel tessuto sociale avvelenandolo. In centomila oggi a Genova hanno dimostrato che: «loro hanno ucciso, ne avranno uccisi tanti  troppi, ma noi oggi ne siamo di più, quindi è nei numeri la loro sconfitta».
Genova, 17 marzo 2012
Ultimo aggiornamento: 17/08/2012
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