La Resistenza come
impegno morale e civile

Studenti, scolaresche e operai del Cantiere e della Piaggio al teatro Verdi di Sestri per il 25 aprile. Memoria della Resistenza e attualità della difesa delle fabbriche

Testo Alternativo
Un grande silenzio accompagna l’emozionante racconto di Clara Causa, figlia di Emanuele, comunista libertario e partigiano di Sestri Ponente fucilato all’Olivetta il 2 dicembre 1944. Clara testimonia la vicenda tragica e i valori di libertà per cui morì un padre che non poté nemmeno conoscere.

A tratti la donna viene incoraggiata da un applauso, un po’ per la commozione del racconto e un po’ per aiutarla a proseguirlo. In sala, nel teatro Verdi di Sestri Ponente, scolaresche della scuola elementare “25 aprile” e studentesse dell’Istituto Rosselli leggono i testi partigiani e le testimonianze dei sestresi caduti. Insieme a loro, la sala accoglie operai del Cantiere, anziani partigiani, pensionati che sono stati o sono protagonisti di lunghe lotte in difesa delle fabbriche.

“Senza la popolazione di Sestri il cantiere non ci sarebbe più - osserva Giulio Troccoli - ci sono volute 180 ore di sciopero ma ora possiamo dire che il cantiere potrà vivere”. Per una fabbrica che può salvarsi, ce n’è subito un’altra costretta a chiamare alla lotta in sua difesa: è l’appello dei lavoratori della Piaggio Aero. E così, nella giornata che la Rsu e la sezione Anpi della Fincantieri di Sestri hanno voluto dedicare alla celebrazione della Liberazione, le esperienze di impegno sociale e civile più recenti rimbalzano sulla vicenda storica più lontana e ai giovanissimi si mescolano persone e testimoni di lungo corso della Sestri operaia e antifascista. “Meglio l’arcobaleno della pace che il temporale della guerra”, recitano i ragazzi.

Bisogna dunque trovare un “tono” giusto per comunicare a persone e generazioni così diverse. Il sindaco Marco Doria, intervenendo a nome della Città, lo cerca in una riflessione sulla lezione storica della seconda guerra mondiale, un conflitto “ripugnante” che ha compreso il genocidio teorizzato e realizzato degli ebrei, due bombe atomiche, milioni di morti. “Le guerre – sottolinea il sindaco – non capitano mai per caso. Sono sempre volute da qualcuno. Due dittature, il fascismo e il nazismo, si allearono nella loro marcia verso la guerra”. Doria ripercorre quindi la vicenda della Resistenza, prima quella di una minoranza di antifascisti tra cui Sandro Pertini che si opposero al regime imperante, poi la scelta che molti italiani assunsero dopo l’8 settembre del 1943 di combattere per la libertà guadagnandosi la simpatia e l’appoggio di larga parte della popolazione, “pur in popolo che era diviso”. Il sindaco invita quindi a meditare sulla eredità della Resistenza, quella raccolta negli anni immediatamente successivi - la Costituzione, la Repubblica - e quella da far vivere e coltivare oggi, innanzi tutto attraverso la memoria, che è un’esigenza culturale e civile per aiutare la Costituzione a “camminare” - come esortava Piero Calamandrei -, perché non rimanga lettera morta, perché alimenti valori universali come la democrazia, la libertà di idee, il confronto, l’impegno civile. E soprattutto - conclude Doria – per “mettere l’interesse collettivo al di sopra di quello dei singoli o di piccoli gruppi, ciò che vale, in primo luogo, per gli amministratori pubblici”. 

Sullo schermo del Verdi scorrono infine le immagini del filmato “La strage dell’Olivetta”, realizzato da Alessandro Torrisi.
14 aprile 2014
Ultimo aggiornamento: 14/04/2014
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