Stipendi d’oro a Palazzo Tursi?
I dirigenti: «Accuse senza senso»

Una tabella con le retribuzioni lorde pubblicate da un quotidiano scatena le reazioni dei rappresentanti della categoria: «Non solo non si è spiegato che le retribuzioni sono regolate da un contratto nazionale di lavoro, ma non sono state rese note le trattenute contributive e di legge»

Palazzo Tursi
Il Comune di Genova non è il paese del Bengodi. Un’affermazione che a Palazzo Tursi vale sia per la stragrande maggioranza dei dipendenti, poco più di seimila, sia per il centinaio di dirigenti che da ieri sono stati posti sul banco degli imputati da un quotidiano locale con l’accusa di percepire stipendi d’oro. Di certo, i livelli apicali dell’organigramma comunale guidano la classifica delle retribuzioni, che a volte bissano quelle dei politici, ma – è la risposta immediata che arriva dagli interessati - è altrettanto vero che non si tratta di “finanza allegra” ma di compensi previsti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del pubblico impiego, che tiene conto delle posizioni, dell’anzianità e di tutti gli altri parametri contemplati caso per caso.

«Se c’è una casta non è certo la nostra - afferma Clavio Romani, capo dei Servizi Civici di Corso Torino e presidente della Conferenza dei dirigenti comunali - visto appunto che per noi la retribuzione è regolata da una contrattazione, che prevede che i valori economici delle funzioni dirigenziali tengano conto di parametri connessi alla collocazione nella struttura, alla complessità organizzativa, alle responsabilità gestionali interne ed esterne effettivamente assegnate». In pratica – si sostiene - il dirigente ha il ruolo di tradurre in azione gli indirizzi dell’amministrazione comunale e su tale capacità viene valutato; non si può sottrarre alle responsabilità che gli assegna la legge, delle quali risponde personalmente in sede civile e penale, e cioè farsi carico della gestione tecnica, amministrativa e contabile dell’Ente.

Romani punta il dito soprattutto verso la tabella pubblicata dal quotidiano, in cui – spiega - si nota una certa superficialità di lettura. Senza entrare nel dettaglio, alcuni importi ripresi dal giornale non consentono di distinguere ad esempio la quota di contributi previdenziali obbligatori (che incidono per una parte rilevante sul netto percepito) e gli arretrati per la retribuzione di risultato di anni precedenti, interpretati come aumenti salariali.

Ecco comunque una nota firmata in proposito dai dirigenti di Palazzo Tursi: «In questo momento grave per l’ Italia, i Comuni rappresentano il baluardo ed il punto di riferimento  dei cittadini grazie all’ erogazione dei  servizi , alle azioni tese a garantire coesione sociale, sviluppo, tutela per le fasce deboli. Questa azione costante e continua è assicurata dal capitale umano costituito dai  lavoratori comunali tutti, inclusi noi dirigenti che svolgiamo i nostri compiti e ci assumiamo le nostre responsabilità all’interno del quadro organizzativo. Nessuno deve vergognarsi per stipendi percepiti onestamente che, al di là dei numeri pubblicati burocraticamente, come da obbligo di legge, vanno indicativamente da un minimo netto mensile di  2.600 euro ad un massimo netto mensile di 4.415 euro, oltre al cosiddetto premio di risultato. Nel 2010, inoltre, i dirigenti del Comune di Genova hanno rinunciato ad una quota del fondo di produttività pari ad un importo totale di 144 mila affinché venisse devoluta a scopi sociali. Nel 2011, poi, i trattamenti economici complessivi dei dipendenti, comprensivi anche della retribuzione di risultato 2010, sono, in ogni caso, assoggettati alla riduzione del 5 per cento per la parte eccedente i 90.000 euro lordi annui e del 10 per cento per la parte eccedente i 150.000 euro».


In calce i dati riportati illustrano l’esempio relativo ad un caso di dirigente con retribuzione annuale lorda di 120.000 euro così composta:


-Stipendio tabellare 40.000,00 euro
-Retribuzione di Posizione 60.000,00 euro
-Retribuzione di Risultato 20.000,00 euro
-TOTALE LORDO PERCEPITO (importo riportato sul sito della Trasparenza) 120.000,00
   
-Contributi previdenziali obbligatori a carico del dipendente da dedurre dal totale lordo percepito 13.810,00 euro
   
-Contributo di solidarietà (ritenuta del 5% oltre 90.000 euro di retribuzione) 1.500,00 euro a valere dal 2011
-Imponibile fiscale (lordo percepito - contributi obbligatori) 104.690,00 euro
   
-Ritenute fiscali (Irpef) 38.187,00 euro
-Addizionali Fiscali  Regionali e Comunali 2.198,00 euro
   
-Netto annuale spettante 64.305,00 euro
Genova, 27 ottobre 2011
Ultimo aggiornamento: 27/10/2011
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