Sciopero autotrasporti, 130 tir bloccati in porto
Giachino: «Grave danno all'economia del Paese»

La protesta degli associati a Trasportounito, l’organizzazione autonoma delle imprese di settore, prosegue al porto di Genova. Molti i camion, soprattutto tedeschi e austriaci, in coda. Il fermo dei servizi proseguirà fino a venerdì, si chiedono norme e regolamentazione chiare. Il sottosegretario ai Trasporti: «Il blocco del traffico è illegale»

Sciopero Autotrasportatori - foto Ansa.it
Centotrenta camion bloccati in porto, prevalentemente austriaci e tedeschi, sono uno dei primi risultati del fermo dei servizi degli autotrasportatori aderenti a Trasportounito, l’organizzazione autonoma che rappresenta 5.800 imprese di settore (sulle 120 mila operanti in Italia), e che ha indetto lo sciopero fino a venerdì prossimo. Il blocco sta impedendo ai mezzi l'imbarco per la Tunisia. Secondo il sottoseretario ai Trasporti, Bartolomeo Giachino, la protesta attuata da Trasportounito «sta causando un grave danno all'economia del Paese dai risvolti internazionali».
«Questo sciopero non ha senso - fa sapere - è assolutamente prematuro, controproducente per gli stessi autotrasportatori. Invito Trasportounito a recedere da questa lotta inutile e a partecipare al tavolo convocato per domani mattina».

Fulcro della manifestazione la richiesta di un adeguamento normativo di un comparto, a detta di Giuseppe Tagnocchetti, coordinatore di Trasportounito Fiap Liguria, travolto dalla liberalizzazione non controllata: «Sia ben chiaro. Non chiediamo al governo soldi: anzi, saremmo ben contenti se i 400 milioni di euro stanziati nell’ambito della Legge di Stabilità per le diverse misure a sostegno del settore rimanessero allo Stato, perché i contributi o non arrivano alle aziende o vengono utilizzati per scontri al ribasso tariffario. I fondi potrebbero essere utilizzati in modo più funzionale, e le imprese recupererebbero competitività sui mercati».

In primis, Trasportounito richiede la disposizione di una normativa chiara e immediatamente attuabile: «La liberalizzazione deve essere accompagnata dalla regolamentazione – prosegue Tagnocchetti - Chiediamo regole che ci permettano di lavorare, a cominciare da una riduzione dei tempi d’attesa dei pagamenti. Non è possibile che i compensi vengano accreditati dai 120 ai 180 giorni dopo l’emissione della fattura: se il pagamento avvenisse a 30 giorni, saremmo più competitivi e in grado di “buttare” fuori dal mercato gli irregolari. Un mercato più controllato impedirebbe anche le infiltrazioni mafiose nel settore, altro spinoso problema. L’istituzione di un’agenzia di recupero crediti che ci tuteli sarebbe auspicabile, qualora un committente non pagasse la prestazione nei tempi prestabiliti».

Esiste anche un’altra criticità, denuncia il coordinatore ligure: «Chiediamo che venga stabilito un costo minimo di esercizio dell’attività di autotrasporto, comprensivo di gasolio, autostrada, manutenzione del veicolo e via dicendo. Se un’azienda lavora al di sotto di tale cifra, va dichiarata irregolare e il committente non deve pagarla. Un provvedimento di larga portata perché influisce direttamente sulla sicurezza stradale. Esiste in realtà una legge, la 127/2010, che regola i costi minimi, ma è complicata e di difficile attuazione: sulla sua semplificazione si discuterà domani a Roma, assieme al sottosegretario ai Trasporti».

«Le 120 mila aziende operanti negli autotrasporti in Italia – conclude Tagnocchetti – oltre a impegnare circa 1 milione di lavoratori creano un notevole indotto. Si pensi al gasolio, alle autostrade, alle assicurazioni e alle autofficine: per questo chiediamo al più presto una regolamentazione».

In mattinata il rischio paralisi del traffico ai varchi d’ingresso del porto di Genova sembrava essere stato scongiurato, anche se qualche disagio alla circolazione all'interno della struttura portuale è stato registrato. Niente blocchi e camion di traverso ma solo presidi e volantinaggio da parte degli autotrasportatori aderenti a Trasportounito, l’organizzazione autonoma che rappresenta 5.800 imprese di settore (sulle 120 mila operanti in Italia), e che ha indetto lo sciopero fino a venerdì prossimo. «Quello che ha stupito i media – aveva dichiarato Giuseppe Tagnocchetti – è la pacatezza della protesta. I camion sono nei loro parcheggi, perché la categoria si è limitata al fermo dei servizi. L’adesione è andata al di sopra di ogni più rosea previsione, con la partecipazione di numerose aziende non associate».
Genova, 24 ottobre 2011
Ultimo aggiornamento: 24/10/2011
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