Piazza Settembrini: progetto di rinascita .
Presentata strategia per la riqualificazione

Approda in consiglio comunale la proposta, sottoscritta da cittadini e commercianti, per rilanciare e tutelare una piazza così importante per la nostra città. Sull' ipotesi di chiusura notturna, il sindaco: «Chiudere è sempre una sconfitta: uno spazio pubblico dovrebbe essere aperto»

Una prospettiva del progetto
Piazza Settembrini è il classico spazio urbano dalla doppia identità apparente: di giorno, crocevia di passanti, famiglie, bambini che sfruttano uno dei pochi spazi umanizzabili della zona; di notte, sede di rifugio di disperati, bevitori della notte, o semplici tiratardi. In altre parole, questo spazio accoglie l’umanità del quartiere di Sampierdarena, tutta, in una difficile coabitazione. Il risultato è il degrado della zona, che rischia di diventare invivibile per nessuno.

Da questo spunto, quindi, nasce l’iniziativa di circa 250, tra cittadini e commercianti della zona, veicolata in Sala Rossa da Gianlorenzo Bruni, capogruppo UDC: affidare la cura e la manutenzione a cittadini volenterosi, previa istallazione di appositi cancelli, che, come per i parchi pubblici, possano limitare l’accesso nelle ore notturne.

«Il progetto presentato prevede una riqualificazione generale della zona – spiega Bruni – per far rinascere questa piazza, unica nel contesto in cui è dislocata. Sistemare dei cancelli, e far diventare questa piazza un borgo, con giochi per bambini, verde e fruibilità».
Oltre alle sottoscrizioni, numerose sono già le proposte di commercianti, disposti a finanziare diverse parti di questo progetto, come la costruzione di siepi e l’istallazione di strutture ludiche per i ragazzi.

La risposta dell’amministrazione è stata di apertura al progetto, ovviamente con qualche precisazione doverosa.

Ecco le parole del sindaco, Marta Vincenzi: «La proposta è interessante perché potrebbe essere uno dei punti in cui Sampierdarena si riconosce come un ex comune, che si sia dota di strutture importanti come piazze e luoghi di incontro. Oggi ci troviamo di fronte a queste forme di degrado che sono difficili da combattere perché sono fatte dalla somma dei comportamenti e per i quali sarebbe naturalmente necessario poter migliorare ancor di più la manutenzione, che però è difficile e costosa.

Capisco quindi la proposta della chiusura, che non è molto diversa da come abbiamo operato in questi anni nel centro storico, nei suoi punti più difficili e peggio frequentati. Anche se chiudere è sempre una sorta di sconfitta rispetto ad uno spazio pubblico che per definizione a tutti dovrebbe essere aperto. Per questo quando abbiamo messo i cancelli nel centro storico abbiamo sempre detto che auspichiamo di poterli togliere un domani.

Con lo stesso spirito prenderemo in considerazione questa proposta, che naturalmente deve essere valutata anche da un punto di vista tecnico dagli uffici,  perché vi sono alcune difficoltà derivanti dalla normativa. Infatti si tratta di interdire dei percorsi pedonali e questo può avvenire solo con un’ordinanza sindacale avente delle motivazioni molto circostanziate. Motivazioni che in questo caso io francamente credo ci siano. Fisseremo un incontro con i firmatari e riferiremo in consiglio quale sarà l’andamento di questa proposta
».

In altre parole la problematica è evidente e non evitabile: le soluzioni che responsabilizzano i cittadini alla cura del loro territorio sono senza dubbio da perseguire ma la chiusura di uno spazio pubblico risulta non così sempre auspicabile. Chiudere parti della può diventare veramente una sconfitta se questa strategia è l’unica in campo. Genova ha detto basta alle “zone rosse”.
Genova, 14 dicembre 2011
Ultimo aggiornamento: 14/12/2011
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