Nuovo fondo fiscale per la prevenzione
Accordo tra Vincenzi e il neo ministro Clini

Il ministro dell’Ambiente ha incontrato le istituzioni locali in un vertice post-alluvione. La ricetta per il rilancio passa attraverso l’aumento delle accise del carburante, la patrimoniale, gli incentivi alle imprese e alle deroghe al Patto di stabilità

Gabrielli, Clini, Burlando, Errani, Forlani - Foto di Ghego Saggini
Regime di austerity, ma improntato alla crescita. È questo il messaggio che si legge nelle parole del nuovo ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Corrado Clini, che stamattina negli uffici della Regione ha incontrato le istituzioni locali in un vertice post-alluvione. A colloquio con il membro del governo, durante la mattinata, il sindaco Marta Vincenzi, il presidente della Regione Claudio Burlando, il capo della Protezione civile Franco Gabrielli e il presidente della Conferenza delle Regioni (e della Regione Emilia-Romagna) Vasco Errani. Alle 13 una conferenza stampa in cui il ministro ha tracciato un primo bilancio dell’incontro: con lui Burlando, Errani e Gabrielli.

«Ho potuto apprezzare in maniera puntuale la competenza e l’organizzazione della Regione Liguria nella gestione della Protezione civile – ha esordito Clini – l’intero Paese deve trarre spunto dalle buone pratiche messe in atto».

Il ministro ha manifestato poi la sua «chiara percezione dell’esigenza di affrontare in modo esaustivo, ma con urgenza, il tema della difesa del territorio vulnerabile. Sia dal punto di vista prettamente fisico che economico», tenendo conto quindi delle attività produttive. Prevenire è meglio che curare: «Cito i dati dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ndr), che parlano di un miliardo di euro annuo di danni, nell’ultimo ventennio, causati da eventi calamitosi. Solo intervenendo sulla sicurezza e investendo sulla prevenzione potremmo negli anni mettere in atto una reale politica di riduzione dei costi. Saranno necessari 11 miliardi di euro per mettere in sicurezza le aree a rischio e 40 miliardi per le manutenzioni».

In un periodo di evidente scarsità di mezzi finanziari, ha proseguito Clini, «non dobbiamo considerare i costi per il reperimento delle risorse, ma focalizzarci sui vantaggi che l’utilizzo di tali risorse recherà alla collettività. Abbiamo a disposizione strumenti come l’aumento delle accise sui carburanti, l’istituzione della patrimoniale e d’altro canto, come gli incentivi alle imprese che decidono di investire sulle aree vulnerabili e le deroghe al Patto di stabilità». Verrà aggiornata al più presto, ha assicurato il ministro, la mappatura delle aree a rischio in Italia: «Il clima è cambiato. Dobbiamo adottare una nuova strategia di adattamento ai nuovi modelli climatici». Tra le misure drastiche, anche la delocalizzazione degli stabili nelle zone ad elevata criticità idrogeologica, e la revisione delle leggi sulle autorizzazioni a costruire: «Guardate quante strutture in cemento, negli anni, sono andate a sostituirsi ai campi. Il cemento ha una capacità di assorbimento dell’acqua nulla rispetto alla terra. In passato certe autorizzazioni non avrebbero dovuto essere firmate».

Fronteggiare le emergenze, tirando la cinghia e in una logica ben delineata che consenta l’uscita permanente dallo stato di allerta: «Lavoreremo anche nella direzione di una semplificazione normativa, soprattutto per quanto riguarda il decreto Milleproroghe, per dare una risposta rapida alle situazioni di calamità. Inoltre, senza ricorrere a una tassa di scopo, dovremo cercare di finalizzare alcune risorse alla creazione di un fondo stabile per la sicurezza del territorio. Si tratta di una scelta economica ancora prima che ambientale».

Questo è quanto si augura anche il presidente Burlando: «Abbiamo bisogno di una moratoria fiscale che vada al di là di un atteggiamento comprensivo da parte dell’Agenzia delle Entrate e che intervenga sul piano normativo. Abbiamo progetti esecutivi di opere pubbliche per la messa in sicurezza del territorio già approvati dal Consiglio maggiore dei Lavori pubblici: vanno sbloccati i finanziamenti per farli partire».

«I cittadini hanno diritto a risposte immediate in questi casi – ha detto Vasco Errani – ed è fondamentale che il denaro investito dagli Enti locali per la ripresa non pesi sul Patto di stabilità, sarebbe assurdo. Da qui è necessario ripartire con una cultura strutturale più che emergenziale. Servono accordi tra Regioni ed Enti locali per una pianificazione pluriennale di interventi, caratterizzata da una leva finanziaria intelligente e flessibile: non dimentichiamo che la realizzazione di grandi opere infrastrutturali crea un indotto economico notevole». 

«Un confronto positivo, che dimostra quanto i temi del dissesto idrogeologico, del riordino urbanistico e della messa in sicurezza del territorio, siano all’attenzione del nuovo Governo». È quanto ha dichiarato il sindaco Marta Vincenzi a margine dell’incontro con il ministro dell’Ambiente Corrado Clini.

Una nuova legge urbanistica, la mappatura delle aree più vulnerabili del territorio, la modifica delle procedure per le autorizzazioni edilizie e l’aggiornamento delle normative sulla sicurezza sono strumenti indispensabili per creare nuovi protocolli di intervento atti ad affrontare i fenomeni meteorologici di portata eccezionale che stanno diventando sempre più frequenti.

«Temi che – come ha ricordato il sindaco – hanno ispirato il nuovo piano urbanistico comunale di Genova che nei prossimi giorni sarà all’esame del consiglio comunale». Come giustamente ha ricordato il ministro – ha proseguito il sindaco - occorre porre l’accento, sulla prevenzione affinché non si ripetano tragedie come quella che ha colpito Genova lo scorso 4 novembre.
«Sono completamente d’accordo con il ministro – ha concluso il sindaco – sulla necessità di creare un nuovo fondo fiscale per gli interventi di prevenzione ambientale».
Genova, 24 novembre 2011
Ultimo aggiornamento: 24/11/2011
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