La Bilancia Porto Antico – Ducale

Erano le celebrazioni colombiane del 1892 e le prime luci elettriche sostituivano l'impianto di illuminazione a gas del teatro Carlo Felice, quasi cento anni dopo, nell'ottobre del 1991 inaugurava il nuovo Teatro ricostruito dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, la città di Genova apriva le nuove colombiane con la prima delle grandi restituzioni pubbliche di spazi e edifici alla popolazione.

bolla di renzo piano e magazzini del cotone di sera
Vent'anni fa la città cominciava a cambiare volto e soprattutto baricentri, il Porto Antico di Renzo Piano con il suo Acquario, e il completamento del restauro del Palazzo Ducale, diventavano i due nuovi baricentri urbani e turistici di Genova, accendendo all'improvviso una nuova esigenza di vitalità nel centro storico. L'insieme dei vicoli che per anni era rimasta una zona di difficile attraversamento, ma comincia pian piano a occupare interessi, desideri e speranze; il processo di riqualificazione è stato lungo, ancora ad oggi non completo, ma volto in primis al recupero del magnifico patrimonio edilizio, e in seguito al recupero delle sue pedonalità. La trasformazione di Via San Lorenzo è stata la risposta più interessate al desiderio di ricongiungimento della città al mare, inizialmente lavorando come una “strada di guerra” che attraversava un territorio ostile, ha saputo diventare un asse attrattore di persone e commercio che poi  è riesploso nelle parti limitrofe del centro storico. Con questo intervento il sistema a “bilancia” Porto Antico – Palazzo Ducale è completo, forse non ancora perfetto, ma comunque completo.
La città nel 2001 ha ormai cambiato volto gli interventi puntuali nel centro storico, diventano un corollario che comincia a riverberare la forza dell'asse  Porto Antico – Palazzo Ducale all'interno di tutto il sistema città. Con gli interventi realizzati prima del G8  la struttura urbana della parte ormai più turistica della città è nel momento di più alta efficienza, mentre gli interventi del 2004 veramente molto strategici e importanti per il mantenimento del patrimonio edilizio, non sanno trasmettere a un cittadino o a un turista che ormai conosce la città, quel senso di “novità” a cui il territorio aveva abituato negli anni precedenti.
Ritengo che oggi, in questo strano binomio di globalizzazione e crisi, il fenomeno del turismo possa essere una delle uniche risorse realmente potenziali da subito (mentre altre risorse, che sono comunque indispensabili per la sopravvivenza della città, per riattivarsi richiedono anni per le trasformazioni infrastrutturali).
“Genova non sarà mai una città di camerieri” così l'ex-sindaco Fulvio Cerofolini parlava della città, ma è evidente che cambiando le risorse cambiano anche esigenze e prospettive, sicuramente oggi manca una buona o quanto meno coordinata cultura dell'accoglienza, che non vuol dire “servire”, ma sviluppare una nuova fonte di industria che sappia utilizzare le nuove risorse primarie e potenziali della città. Lavorando su una riqualificazione turistica del territorio, si lavora anche su una riqualificazione urbana per i cittadini e per i caratteri sociali, in questo le continue micro-operazioni sull'asse   Porto Antico – Palazzo Ducale, fanno vedere l'interesse che può scaturire ancora per il centro storico, andando così ad attivare anche altri progetti in aree limitrofe come ad esempio il POR per la Maddalena o i desideri verso l'ex-silo Hennebique.
Certo dopo 10 anni circa di micro-operazioni si rischia di perdere quel senso di novità, che è attrattore per queste zone, così la città deve sapersi trasformare ancora, e operazioni come il nuovo Delfinario al Porto Antico o Ponte Parodi (se mai verrà realizzato e a seconda del suo programma funzionale) possono essere risorse nuove per la linfa vitale di tutta la città. Oggi forse proprio per la crisi, bisogna provare a rilanciare più in alto, osando un po' di più, trasformando anche quanto costruito 20 anni fa ampliando gli spazi e le strutture a disposizione, creando dei poli funzionali agevolati, e creando nuovi assi della “bilancia” che sappiano mettere in una rete più stretta diverse aree ed edifici anche fuori dall'area del centro storico.


Canessa Nicola Valentino
Presidente dei Giovani Architetti PDA
18 maggio 2012
Ultimo aggiornamento: 18/05/2012
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