Esaote: lavoratori in corteo
Il sindaco incontrerà Castellano

Due ore di sciopero e blocco stradali per la ventilata ipotesi di 200 esuberi e del trasferimento a rischio agli Erzelli. Immediata la smentita dell'azienda, ma il sindacato chiede garanzie su occupazione e investimentimenti

sede esaote
Due ore di sciopero e corteo con presidi per le vie sestresi, da via Giotto, a via Manara, alla strada principale del quadrilatero. Sono usciti stamattina i lavoratori della Esaote di Sestri, dopo un'assemblea che ha preso atto che l'azienda non ha fatto passi avanti rispetto alle ultime promesse di produrre un piano industriale per febbraio e che 15 precari su 108 rimarranno subito a casa e gli altri all'inizio del prossimo anno. Con grave rischio per lo sviluppo futuro che vede proprio in Esaote il “gioiello” che darà il via all'operazione della costruzione del polo tecnologico della collina degli Erzelli.

Da qui la decisione della protesta, dei blocchi stradali, della richiesta di un incontro immediato con il sindaco Marta Vincenzi e l'assessore alle attività produttive Mario Margini (i quali hanno ricevuto una delegazione durante il consiglio comunale del pomeriggio garantendo che chiederanno di vedere il presidente dell'Esaote Carlo Castellano per avere un chiarimento sulla situazione) è stata breve.

Le notizie che si sono diffuse in mattinata parlano di una previsione di duecento esuberi di fronte a un calo notevole di fatturato, e di una degenerazione della crisi aziendale che avrebbe portato a cancellare gli accordi sottoscritti con la Rsu sulle tutele previste per i precari. Oltre che di un concreto rischio del piano di riconversione dello stabilimento di Sestri per il trasferimento dell'attività appunto sulla collina tecnologica degli Erzelli.

Tutte ipotesi fermamente smentite - dopo la dura reazione dei lavoratori - dall'azienda, che in una nota si è affrettata a precisare che «nell’arco degli ultimi 5 mesi, si è registrata una repentina ed inaspettata caduta degli ordini sul mercato italiano e sul mercato europeo che ha interessato l’intero settore dell’industria biomedicale. La Direzione ha fatto presente (alle organizzazioni sindacali, ndr) che questa contrazione del mercato europeo comporta una riduzione del carico di lavoro e che le prospettive per l’anno 2012 - sempre relativamente al mercato europeo ed italiano - non paiono al momento positive.
Esaote è tuttavia presente sugli altri mercati (Cina, India, Brasile, Russia, Usa e Sudamerica) e farà di tutto per controbilanciare, con la crescita su questi mercati, la possibile riduzione in Europa. E pertanto le prospettive strategiche del Gruppo Esaote restano comunque positive. La Direzione ha annunciato inoltre che sta ridisegnando il budget 2012 ed il relativo piano industriale per tener conto di questo nuovo scenario ed incrementare l’efficienza del Gruppo, contenendo a tutti i livelli i costi aziendali. La Direzione si è impegnata ad incontrare le Organizzazioni Sindacali entro il mese di febbraio ed è sua intenzione affrontare questa nuova situazione senza procedere ad alcuna riduzione dell’organico aziendale, contenendo al massimo l’eventuale riduzione di lavoratori atipici. E’ quindi priva di alcun fondamento l’affermazione che l’Azienda intenda ridurre l’occupazione di 200 dipendenti e chiudere la sede del Gruppo Esaote, che è in Genova. A questo proposito va segnalato che, nell’arco degli ultimi due anni, sono state trasferite a Genova alcune funzioni aziendali e la forza lavoro della sede di Genova ha registrato un incremento. Inoltre è confermato il trasferimento della sede di Genova nel Parco Scientifico e Tecnologico degli Erzelli e a tal proposito la Direzione onorerà gli impegni assunti nei mesi scorsi con le Istituzioni e con le Organizzazioni Sindacali relativamente al programmato trasferimento agli Erzelli».

Pronta la risposta della Fiom Cgil, attraverso il suo rappresentante regionale Antonio Caminito, che abbiamo sentito telefonicamente: «Nessuno di noi ha mai parlato di 200 licenziamenti, ma il problema vero è che non ci sia alcuna risposta dell'azienda sui quesiti che abbiamo posto noi. Ovvero: quali misure intenda adottare di fronte a questa crisi mondiale che dura dal 2007. Ci spaventa il fatto che l'azienda ritenga che la crisi sia arrivata in modo repentino: ci chiediamo dove siano stati i suoi dirigenti fino ad oggi! Ci preoccupa che i tempi che ha scelto l'azienda siano troppo lenti, che fra le attività urgenti non compaiano investimenti superiori per la ricerca. L'azienda deve continuare a vendere un prodotto di qualità perché se punta sull'abbattimento dei costi domani diventa un'azienda che vende a basso costo, non ha più mercato, perché si troverà concorrenti come la Cina che è imbattibile. Per questo motivo abbiamo chiesto un incontro immediato di dettaglio all'azienda senza aspettare l'incontro di febbraio, perché  la crisi tenderà a peggiorare non a migliorare ed Esaote vende il 60% dei prodotti all'estero, dove non ci sono segnali di ripresa così veloci».

E il trasferimento agli Erzelli, è davvero a rischio?
«Noi abbiamo fatto un accordo secondo cui tutta l'azienda va agli Erzelli. E' chiaro che  bisogna ragionare su questo. Per noi è una grande opportunità, però si deve andare in una condizione di crescita - non di riduzione - in termini occupazionali, di investimento. E di ricerca: in questo modo le aziende hi-tech stanno sul mercato, non perché una volta per sempre hanno fatto un prodotto che è andato bene».

Ora cosa farete?
«Intanto ci consulteremo con i lavoratori degli altri siti. Esaote ha 1.800 dipendenti. Sentiremo Firenze che è una sede importante. Oggi abbiamo voluto dare un segnale importante all'azienda, che non è in crisi, ma subisce una crisi, però sappiamo che  ha fatto poco per tamponarla. Per questo riteniamo di dover incontrare subito i vertici aziendali e trattare senza perdere altro tempo».
Genova, 20 dicembre 2011
Ultimo aggiornamento: 20/12/2011
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