Confermato il sequestro degli impianti Ilva di Taranto
Continua l'attività finalizzata al risanamento ambientale

Il tribunale del Riesame ha confermato il sequestro degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva. Confermati gli arresti domiciliari per Emilio e Nicola Riva, ex presidenti dell'Ilva, e per l'ex direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso. Gli altri cinque indagati, tutti capiarea Ilva, sono stati rimessi in libertà. Burlando: «A Taranto serve un accordo come a Genova»

Testo Alternativo
Il tribunale del Riesame di Taranto ha confermato il sequestro degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva di Taranto, finalizzandolo al risanamento dello stabilimento. Il tribunale del Riesame di Taranto ha confermato gli arresti domiciliari per Emilio e Nicola Riva, ex presidenti dell'Ilva, e per l'ex direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso. Gli altri cinque indagati, tutti capiarea Ilva, sono stati rimessi in libertà. Il tribunale del Riesame di Taranto ha nominato il presidente Ilva, Bruno Ferrante, custode e amministratore di aree e impianti sotto sequestro. Resta la nomina, per le procedure tecnico-operative, dei tre ingegneri nominati dal gip. Ferrante sostituisce il commercialista nominato dal Gip per i compiti amministrativi. All'Ilva di Taranto serve un accordo come quello fatto a Genova per lo stabilimento di Cornigliano: ne è convinto il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, che oggi ha affrontato la questione Ilva a margine del Consiglio Regionale. «Le cose dette da Ferrante sono le stesse che ho detto ai lavoratori, quando sono venuti in Regione la settimana scorsa - ha detto Burlando -. E' evidente che un' attività siderurgica nazionale, che si basa su un grande centro a caldo, e che ha stabilimenti, come Genova e Novi, dove si lavora il freddo, chiude tutta se salta il punto in cui c'è il ciclo primario». Secondo Burlando, i finanziamenti nazionali non devono essere usati per gli interventi sulla fabbrica, ma «per intervenire in tutta la realtà circostante lo stabilimento, come noi stiamo facendo a Cornigliano». Riferendosi alla sentenza del Riesame, il presidente della Regione Liguria ha aggiunto: «Se sono state riscontrate anomalie sul funzionamento degli impianti, penso sia abbastanza difficile che in pochi giorni queste siano state messe a posto. L'azienda può impugnare il provvedimento in Cassazione, che ha tempi più lunghi. Se si riesce a fare in modo che l'impianto rimanga in esercizio, può essere che nel tempo che intercorre da ora all'esame della Cassazione si riescano a fare a tambur battente quegli interventi che dovevano essere fatti prima, e che possono consentire di avere l'ambiente sano e la fabbrica in attività». «Noi l'abbiamo fatto - ha concluso -, ma non sotto la minaccia di una chiusura. E credo che adesso si possa apprezzare il risultato di quel lavoro».
genova, 7 agosto 2012
Ultimo aggiornamento: 07/08/2012
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