Witjai, il gene verde della razza umana

13/04/2018 - 11:40

Si inaugura venerdì 13 aprile  alle ore 18.30 a Castello D'Albertis- Museo delle culture del mondo di Genova la mostra fotografica WITJAI – IL GENE VERDE DELLA RAZZA UMANA, biodiversità umana e vegetale nell’Amazzonia Ecuadoriana.

L’esposizione verrà inaugurata alla presenza della Console della Repubblica dell’Ecuador, Martha Lorena Fierro Baquero e dell’Assessore al Marketing territoriale, Cultura e politiche Giovanili del Comune di Genova, Elisa Serafini  e rimarrà visitabile fino al prossimo 17 giugno.

Castello D’Albertis Museo delle culture del mondo di Genova ospita il progetto Witjai, “io esisto”: una mostra fotografica e un libro risultato di un lungo percorso, che l’artista e fotografo Gianluca Balocco ha iniziato nei suoi viaggi nella foresta amazzonica, tra il 2014 e il 2016.
In Ecuador ha incontrato il popolo Shuar, ripercorrendo gli stessi sentieri del biologo naturalista Crespi, alla ricerca delle relazioni bio-evolutive e ancestrali tra il genere umano e quello vegetale.

“Nulla vive per se stesso e tutto è in relazione con tutto”: come le piante, l’uomo, anche se spesso inconsapevole, può esistere solo all’interno di un sistema di connessioni con l’ambiente naturale in cui vive e con cui condivide il 26% del proprio DNA. 

La vita con i piccoli clan e le famiglie ha dato forma ad un lavoro libero dai condizionamenti di un set fotografico e senza interventi di post produzione: Balocco ha lasciato che l’azione si manifestasse davanti all’obiettivo al di fuori del suo controllo, non facendo ma facendo accadere, in modo da lasciare i soggetti liberi di esprimersi. Fotografo e soggetto, parte attiva e non passiva del processo creativo, hanno discusso insieme la rappresentazione di una verità: nel nome di questo popolo, Shuar, la sua stessa missione “difensore della natura”.

I ritratti in mostra ci restituiscono l’identità dell’individuo: soggetti in posa che tengono stretto tra le mani l’oggetto che trasmette ai contemporanei ed ai posteri status, valori e occupazione.
Ogni persona o famiglia ha scelto la sua pianta e, come in un dittico, la parte inferiore della fotografia presenta l’immagine di un seme sacro Shuar ingrandito migliaia di volte: un   riferimento al Rinascimento, con due registri di diverso significato simbolico e metaforico a rappresentare il pericolo di distruzione della foresta, come delle minoranze indigene.

"Armati" delle proprie piante, impugnate come strumenti di lotta in difesa della propria cultura, identità ed esistenza, gli Shuar lanciano il loro monito.

Niente affatto isolati dal mondo civile come noi lo conosciamo, ci raccontano la loro visione, per insegnarci a riconoscere e difendere il legame strettissimo tra uomo e natura.


ORARI (da aprile a settembre):
martedì - venerdì:  10-18 (ultimo ingresso ore 18), giovedì (solo dal 24 maggio al 13 settembre): 13-22, sabato e domenica:  10-19 (ultimo ingresso ore 18). Lunedì: chiuso.

BIGLIETTI - Il biglietto di ingresso al museo consente il libero accesso alla mostra.
Intero € 6,00.
Ridotto € 4,50 (ragazzi 5-12 anni - >65 anni - convenzionati, cittadini ecuadoriani, disabili). Gratuito (bambini 0-4 anni, accompagnatori disabili).
Gruppi € 4,50 (1 gratuità ogni 25 paganti). Ridotto per scolaresche € 3,00 (ragazzi 5-18) - è consigliata la prenotazione

Castello D’Albertis  Museo delle Culture del Mondo
Corso Dogali 18 - 16136 Genova - tel 0102723820 - fax 0102721456
e-mail: castellodalbertis@comune.genova.it,
web: http://www.museidigenova.it/it/content/castello-dalbertis

www.gianlucabalocco.com

Foto in mostra a Castello D'Albertis- tribù Shuar
Ultimo aggiornamento: 13/04/2018
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