Il 17 marzo a Genova l'appello
delle 900 vittime delle mafie

Presentata la manifestazione promossa da Libera con corteo da Piazza della Vittoria al Porto Antico. Oltre  500 familiari provenienti dall'Italia e dall'estero, attesi più di 80 mila partecipanti. Don Ciotti: ricorderemo anche i morti dell'alluvione

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C'è stato un momento in cui la diciassettesima edizione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, promossa dall'Associazione Libera ha rischiato di cambiare destinazione. «Avevamo già deciso per Genova - ha raccontato stamattina don Luigi Ciotti, il presidente dell'associazione antimafia alla presentazione dell'iniziativa, che si è svolta in Prefettura - ma la tragedia dell'alluvione ci aveva convinti a desistere. Come segno di rispetto per il dolore, la morte, tutto quello che aveva investito la regione e la città. Poi abbiamo visto il lavoro, la fatica di tante persone che si sono prodigate per aiutare chi era in difficoltà e ci abbiamo ripensato. Abbiamo ritenuto giusto unire al ricordo delle centinaia e centinaia di vittime delle mafie anche la memoria di chi aveva perso la vita in questa occasione in Liguria e di ricordare anche loro, le vittime di Borghetto Vara del 25 ottobre, quelle del 4 novembre a Genova... Sul palco faremo una parentesi e ricorderemo i loro nomi, perché il dolore delle famiglie non può essere dimenticato».

Ma ci sono altre ragioni perché Genova sarà in primo piano sabato 17 marzo, quando in città convergeranno oltre 500 familiari italiani e stranieri di vittime delle mafie che arriveranno con  treni speciali e pullman: «Questa è una città - ha detto don Ciotti - in cui molti lavoratori sono in lotta per il posto di lavoro, con fatica e speranza, la stessa che attraversa tutto il Paese: non possiamo venire qui e non rivolgere un pensiero a chi lotta per questa dignità e questo diritto». Secondo le previsioni, non dovrebbero essere meno di 80 mila i partecipanti.

Si carica dunque anche di nuovi significati quest'anno la tradizionale Giornata di ricordo e di impegno indetta la prima volta da Libera il 21 marzo 1995 (si svolge alternativamente un anno al sud, uno al centro e uno al nord), con l'alto patronato dalla Presidenza della Repubblica.
La manifestazione di Genova - promossa assieme ad Avviso Pubblico, in collaborazione con Rai Sottosegretariato Sociale e col patrocinio di Comune e Provincia di Genova, Regione Liguria e Provincia di Savona – è stata anticipata di qualche giorno per agevolare la partecipazione, ma mercoledì 21 il rito (niente affatto retorico ma inteso come momento di partecipazione e consapevolezza) della lettura dei 900 nomi delle vittime si ripeterà in tutt'Italia.

Alla conferenza stampa, oltre a don Ciotti e al rappresentante regionale di Libera Liguria, Matteo Lupi, hanno partecipato il presidente della Regione Claudio Burlando e due ragazze che hanno assistito l'una all'uccisione della madre da parte della camorra a Napoli, quando aveva 10 anni (Alessandra Clemente, oggi ventiquattrenne) e l'altra rimasta orfana del padre massacrato dalla mafia a Catania quando lei aveva 13 anni (Flavia Famà, oggi trentenne). Genitori entrambi vittime innocenti, figli oggi entrambi laureati in legge e attivisti di Libera.
La Giornata genovese sarà preceduta, il 16 pomeriggio, da un incontro dei familiari delle vittime delle mafie al Carlo Felice; quindi veglia ecumenica in una chiesa. Il 17, partenza da Piazza della Vittoria e corteo fino al Porto Antico dove da un palco diverse persone si alterneranno nella lettura dei 900 nomi del lungo elenco di persone che sulla loro strada hanno incontrato una pistola, un fucile, una bomba, un proiettile vagante, un'arma impugnata da un mafioso, un camorrista, uno 'ndranghetista, un affiliato alla criminalità organizzata che per un motivo qualunque ha gettato nella disperazione famiglie inconsapevoli: di semplici cittadini, appartenenti alle forze dell'ordine, sacerdoti, magistrati, giornalisti, sindacalisti, politici, imprenditori, amministratori locali. Dal pomeriggio si svolgeranno dieci seminari tematici (dalla corruzione al gioco d'azzardo, dall'intreccio mafia-politica all'ecomafie, dall'educazione ai beni confiscati, dall'educazione alle zoomafie) e tre spettacoli teatrali, mentre un'installazione realizzata da gruppi e scuole (“Porta d'Europa”) saluterà l'arrivo del corteo.

Ma ovviamente la ragione principale che ha portato alla scelta della Liguria, e di Genova, è la sempre maggiore invasività delle mafie, e della 'ndrangheta in particolare, nell'economia e nella vita politica: «Mi stupisco sempre – ha detto don Ciotti – delle persone che si stupiscono quando di parla di mafia al nord».

Molto pragmatico il governatore Burlando: «Noi stiamo partendo con grandi opere pubbliche, che io difendo perché servono: senza collegamenti questa regione non ce la può fare. E' evidente che le grandi opere scatenano attenzioni pericolose e grandi appetiti. Ma non posso accettare di veder contrapporre legalità e crescita. La risposta non può essere non fare nulla, ma fare bene e contrastare la criminalità con l'azione delle forze dell'ordine, della magistratura, della prefettura. Tentativi ci saranno sicuramente. Se penso al Terzo valico, figuriamoci se non ci saranno. Anche per questo andiamo avanti con la stazione unica appaltante: non possiamo pensare di rinunciare a un sistema di circolazione delle merci non adeguato a quello che chiede il mercato del lavoro. Ma non possiamo contrapporre gli investimenti con la legalità: il Paese che fa questo non percorre molta strada. Noi dobbiamo puntare anche al recupero del centro storico, a partire da quei negozi chiusi, dagli immobili confiscati che necessitano di investimenti europei e di volontari che stiano molti attenti all'idea del rilancio di questo pezzo di città. Con il Comune abbiamo già cominciato questo percorso, passi importanti sono stati fatti - proprio sabato è stato inaugurata la casa dei cantautori in via del Campo dove c'era il negozio di Gianni Tassio - altri bisogna farli».

Per il prefetto Giuseppe Musolino, i segnali che Genova – e non solo - ha avuto dalla criminalità organizzata «non possono essere sottovalutati da nessuna parte, e penso che attività preziose come quelle condotte da Libera meritino di essere sottolineate in modo particolare. Manifestazioni come quella del 17 marzo servono oltre che per la valenza commemorativa di chi ha perso la vita, anche come strumento di consapevolezza: possono far capire a tutti che il fenomeno della criminalità organizzata non è quello che si legge sulle pagine dei giornali ma si può manifestare in forme molto subdole che possono toccare tutti».

La giornata della memoria, come ha sottolineato Matteo Lupi, da gennaio ha coinvolto decine di Comuni, scuole, parrocchie, associazioni, enti pubblici, con un centinaio di iniziative di preparazione realizzate da Sarzana a Ventimiglia, a molte delle quali ha partecipato lo stesso don Ciotti. Fra queste, la realizzazione dello spot della manifestazione (al quale ha preso parte anche la Scuola primaria “G. Daneo” della Maddalena di Genova) a cura del Marano Ragazzi Spot Festival, che sarà trasmesso sulle reti Rai, patrocinato da Pubblicità Progresso, promosso da Libera e in collaborazione con Segretariato sociale.
Genova, 29 febbraio 2012
Ultimo aggiornamento: 15/03/2012
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