Commissioni consiliari: petizione contro la privatizzazione dell'acqua

Nonostante siano passati ormai due anni dalla vittoria del referendum (11 - 12 giugno 2011)  che sanciva l'abolizione della "remunerazione del capitale" di chi investe nelle reti idriche, il risultato della consultazione popolare è stato disatteso o accolto solo in parte. Un "super comitato" composto da 14 associazioni, tra le quali "Acqua bene comune", che da anni lotta per fare dell'acqua una risorsa totalmente pubblica, ha presentato, oggi pomeriggio (17 giugno) alle commissioni consiliari territorio e sviluppo economico, una petizione dal titolo "No a privatizzazioni dei servizi pubblici, sì a trasparenza e partecipazione", composta di sei punti che al primo chiede un pronunciamento del Consiglio Comunale contro la liberalizzazione delle reti idriche. Il Segretario generale, mentre ha dato il via libera all'istanza della petizione, ha dichiarato non ammissibile la prima richiesta, proprio quella contro la privatizzazione delle reti idriche, in quanto la materia è di competenza della Provincia. L'attenzione della commissione si allora spostata sulle tariffe. "Il Comune di Genova ha deciso insieme agli altri comuni, quando è stata approvata la tariffa del servizio idrico integrato per gli anni 2012 2013 - ha detto l'assessore all'ambiente, Valeria Garotta - di azzerare il fondo per gli investimenti e utilizzare quella quota (20 milioni di euro) per abbattere o contenere gli incrementi tariffari". La bolletta idrica dei genovesi per il 2012 ha visto un aumento del 5%, contro il previsto 6,5%, mentre per il 2013 l'incremento è pari a zero. "Genova viaggia al di sotto della media nazionale e - ha concluso l'assessore - la nostra scelta è andata in favore dei cittadini, andando a contenere l'incremento tariffario a discapito del fondo degli investimenti".