Elezioni: la macchina è pronta
Tutto ciò che l’elettore deve sapere

Conferenza stampa di Clavio Romani, dirigente dei Servizi Civici. Dati e particolarità. Più candidati e meno elettori, più stranieri comunitari, nuove facilitazioni per anziani e diversamente abili. Come votare. Che cos’è il voto disgiunto

Clavio Romani, foto R. Verner
La notizia è che è tutto regolare: la macchina elettorale ha funzionato bene, nei tempi giusti e con la dovuta efficienza. Da quel che si può vedere, sulla base dell’esperienza presedente, ci sono le premesse, a Genova, perché la votazione si svolga senza intoppi.
Anzi: il Comune si è preoccupato di facilitare la presentazione delle liste, mettendo online tutta la modulistica necessaria. Forse anche grazie a questa procedura non è stata scartata alcuna lista, a parte una che era ben distante dalla quota di firme necessaria, abbiamo quest’anno il record di candidati sindaco e di liste: 13 aspiranti alla massima carica, 25 partiti. Nei vari municipi il numero delle liste varia da 13 a 17, secondo le articolazioni locali dell’organizzazione delle forze politiche.

I seggi saranno aperti domenica prossima dalle 8 alle 22 e lunedi dalle 7 alle 15. Negli stessi orari saranno aperti gli uffici dell’anagrafe per rilasciare duplicati delle schede elettorali agli elettori che le avessero smarrite. Finora sono 2 mila circa gli elettori che hanno richiesto il nuovo documento. Pochi, se si considera che di solito, al termine delle votazioni, sono circa 10 mila. Forse, è il commento di Clavio Romaninella conferenza stampa di questa mattina a Palazzo Tursi, «gli elettori hanno capito che la devono conservare»

Gli iscritti alle liste sono in calo: 503 mila, cioè circa 20 mila in meno rispetto al 2007. Le donne superano gli uomini di 34 mila unità, i ragazzi al primo voto sono più di 4.000, con una leggera prevalenza maschile. Inutile dire che le signore sono più longeve, le centenarie essendo 270 contro 42 maschi. Sempre più cittadini comunitari chiedono di essere iscritti alle liste aggiunte e di esercitare, così, il diritto di voto: 908, 632 femmine e 276 maschi, contro i 371 (246 + 125) del 2007. Sostanzialmente stabile il conteggio dei genovesi trasferitisi in provincia di Bolzano, che mantengono per 4 anni il diritto di voto a Genova: 37 contro i 39 delle ultime amministrative.

Il numero delle sezioni, 653, non è cambiato. Nel totale sono compresi 16 seggi speciali, quelli per il voto in luogo di cura o nelle carceri (non tutti i detenuti perdono il diritto di voto), e 122 privi di barriere architettoniche, due in più rispetto al passato.

Sulle sezioni accessibili c’è una novità: l’elettore con difficoltà di movimento può, da diversi anni, chiedere di essere iscritto negli elenchi elettorali di una sezione; un servizio poco utilizzato, specialmente dalle persone anziane, che avevano piuttosto la tendenza a rivendicare il diritto sul momento. La soluzione si trovava, perché il diritto di voto non può essere negato, ma questa volta si è stabilito che l’elettore con limitazioni motorie abbia diritto di cambiare sezione anche chiedendolo all’ultimo istante.
Novità anche sul servizio di trasporto, per cui il Comune ha un accordo con il 118, per l’impiego se necessario di ambulanze, e con le cooperative sociali che si occupano del servizio di trasporto disabili: in più ci sono due bus navetta in servizio per accompagnare gli elettori più anziani a due sedi raggiungibili solo con salite faticose: la scuola Taviani, nella zona di Corso Martinetti, e la Fontanarossa, in Via Ginestrato.

Per ogni sezione un presidente, 4 scrutatori, un segretario nominato dal Presidente. Circa 4.000 persone, alla fine, di servizio ai seggi, senza contare i rappresentanti di lista e il personale del Comune che sarà di servizio.
Poche le defezioni, circa il 23 per cento degli scrutatori, rispetto al passato. «Effetto della crisi, forse» ipotizza Romani.
Il rimborso spese, infatti, sempre lo stesso da anni, non è particolarmente allettante: 187 euro netti al presidente, solo 90 se è presidente di un seggio speciale, che ha meno elettori e comporta un minore impegno, 145 allo scrutatore o al segretario (61 per lo speciale). In caso di ballottaggio ancora meno: nei seggi normali 150 ai presidenti, 120 agli scrutatori. Se si considera che i giorni di lavoro sono tre, che le responsabilità sono alte e che le ore sono almeno una trentina, non sono grosse cifre.

Immediatamente dopo la chiusura dei seggi, lunedi 7 alle 15, inizieranno le operazioni di chiusura del seggio e quelle preliminari allo scrutinio. Saranno esaminate prima le schede comunali,poi quelle municipali.
I risultati, come sempre, si sapranno presto, ma saranno resi ufficiali dopo la verifica e convalida dell’ufficio centrale, che si riunirà mercoledi mattina e che stabilirà la necessità o meno del ballottaggio, che si effettua dopo due settimane, se nessuno dei candidati sindaci raggiunge la maggioranza assoluta dei voti, tra il primo e il secondo concorrente.
Il ballottaggio è perciò una votazione per il solo sindaco, con due candidati.
Il sindaco vincente ottiene un premio di maggioranza: il 60 per cento dei consiglieri, cioè 24 su 40, è eletto tra i candidati dei partiti che l’hanno sostenuto. Per questo motivo, per sapere chi saranno i consiglieri, è necessario sapere prima chi sarà il sindaco.

Il voto per il primo cittadino è la particolarità delle elezioni comunali che genera qualche apprensione nei partiti, anche se, come sottolinea Romani, gli elettori dovrebbero ormai essere abituati.

L’aspetto più importante delle modalità di voto è il cosiddetto voto disgiunto. L’elettore ha infatti diverse scelte:
  • Votare solo per il sindaco, con un segno, solitamente una croce, sul suo nome
  • Votare per il sindaco, per un partito che lo sostiene(croce sul simbolo) e, se vuole, indicare una preferenza nella lista dello stesso partito (nome di fianco al simbolo)
  • Votare per il sindaco, per un partito di un altro schieramento (è questo il voto disgiunto) e, se vuole, indicare una preferenza nella lista dello stesso partito
  • Votare per il partito che preferisce, con una croce sul simbolo: il suo voto varrà anche per il sindaco sostenuto da quel partito
  • Scrivere il nome del candidato che vuole eleggere di fianco al simbolo del partito per cui il candidato è in lista. Il voto varrà per il candidato, per il partito, per il sindaco.
Il segno che indica il voto può essere posto anche di fianco al simbolo o al nome del candidato sindaco, o all’interno dei riquadri che li contengono, in modo che la volontà dell’elettore sia inequivocabile. Indipendentemente dalle scelte soggettive, due sono le regole che valgono sempre: che la volontà dell’elettore sia rispettata (purché sia comprensibile) e che l’identità del votante non possa essere determinata.

Per quanto riguarda le preferenze, solitamente è sufficiente scrivere il cognome del prescelto. Nome e cognome, invece, se nella stessa lista c’è un omonimo.
Genova, 4 maggio 2012
Ultimo aggiornamento: 06/05/2012
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