Sopralluogo a Scarpino della Commissione Consiliare V

05/10/2018 - 18:23

Venerdì 5 ottobre la commissione consiliare V - Territorio e Politiche per lo Sviluppo delle Vallate ha effettuato un sopralluogo all’impianto di conferimento di rifiuti solidi urbani di Scarpino, riaperto lo scorso agosto, dopo la chiusura del 2014.

Insieme ai consiglieri comunali e la presidente di commissione, Marta Brusoni,  erano presenti i consiglieri del Municipio Medio Ponente, il presidente di Amiu, Ivan Strozzi, il direttore generale Tiziana Merlino, il responsabile dell’impianto di Scarpino, ingegner Carlo Senesi e i sindacalisti Stefano Scarpato, Uil Trasporti, e Angelo Bottino, Rsu Amiu.

L’impianto di Scarpino, che è il secondo in Italia per grandezza dopo quello di Malagrotta,  è stato chiuso in seguito all’alluvione del 2014 perché, come ha spiegato Carlo Senesi, le forti piogge avevano creato problemi di sicurezza, riguardanti sia la stabilità – anche se la discarica non ha mai avuto smottamenti -  sia la presenza di percolato  L’azienda ha messo in campo notevoli risorse e la stabilità è rientrata nei parametri, anche in caso di eventi alluvionali.

Per il trattamento del percolato è stato costruito un depuratore, un impianto chimico di assoluta rilevanza tecnica e ambientale,  in grado di  trattare 220 metri cubi all’ora: questo impianto è in fase di collaudo e gli esiti sono superiori alla performance attesa: le acque che fuoriescono sono quasi completamente libere da percolato e sarà operativo da fine ottobre. Da novembre le acque reflue del percolato andranno al depuratore di Sestri Ponente.

Inoltre il biogas prodotto da Scarpino 1 e 2 e viene convogliato, attraverso una rete di captazione, all’impianto di trasformazione di Asja che lo trasforma in energia elettrica.

Ora, avendo superato le criticità di Scarpino 1 e 2, Amiu ha potuto chiedere l’autorizzazione a un terzo lotto – Scarpino 3 pari a 1.350.000 metri cubi  – che non sarà solo un allargamento della discarica ma un impianto di trattamento biologico meccanico, per recuperare quanto più materiale possibile in modo da mandare in discarica il minimo scarto possibile.

L’obiettivo è rendere Genova una città autosufficiente per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti: entro il 2020, hanno spiegato Il presidente Strozzi e il direttore generale Merlino  ai consiglieri, dovrebbe essere completato e funzionante il nuovo impianto di Trattamento Meccanico Biologico (TMB).

Ai consiglieri sono stati illustrati i prossimi passi: aumento della raccolta differenziata dell’umido e a breve partirà la raccolta “porta a porta” delle attività commerciali e una campagna di sensibilizzazione in 50 scuole genovesi, dalle elementari alle superiori, sulla necessità di differenziare e su come bisogna che sia fatta in maniera corretta. E’ stato sottolineato che tutto il materiale proveniente dalla differenziata è inviato agli impianti di recupero.
I sindacalisti hanno presentato ai consiglieri presenti le difficoltà nelle quali si trovano a dover operare in seguito al crollo del ponte Morandi, chiedendo che le loro necessità siano inserite nel Decreto Genova.

Per regolamento comunale durante i sopralluoghi non c’è dibattito e tutte le informazioni raccolte dai consiglieri saranno oggetto di una prossima seduta in Sala Rossa: in quell’occasione la parola passerà ai consiglieri

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Ultimo aggiornamento: 05/10/2018
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