70° della Liberazione: commemorazione di 4 magistrati uccisi

24/04/2015 - 18:38

Venerdi 24 aprile, nell'atrio del Palazzo di Giustizia, si è tenuta la commemorazione in onore del coraggio dei magistrati Dino Col, Francesco Drago, Nicola Panevino e Vittorio Scala, caduti nella lotta di Resistenza. Nel corso della cerimonia, alla quale erano presenti il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il sindaco di Genova Marco Doria, il presidente dell'Anm Liguria Mario Tuttobene e il presidente dell'Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea Giacomo Ronzitti, gli studenti del liceo scientifico G.D. Cassini hanno letto le biografie dei quattro Magistrati ed è stata scoperta una targa in loro onore. 

"Gli uomini che ricordiamo oggi - ha detto il guardasigilli - operarono dentro lo Stato fascista, furono magistrati, uomini di legge, nel contesto di un regime autoritario e liberticida. Furono uomini che in quel contesto provarono a difendere l’autonomia della giurisdizione e che non appena si aprì uno spiraglio di libertà non esitarono nel decidere da che parte stare. Non esitarono ad unirsi al movimento partigiano e a combattere insieme a migliaia di uomini e di donne contro la brutalità del Nazifascismo".

"Accanto ai magistrati - ha continuato Orlando - le file della Resistenza furono il luogo in cui molti avvocati perseguirono il desiderio e gli ideali di libertà che all'interno della giurisdizione avevano visto calpestata. Non è un caso che molti Costituenti venissero proprio dall'esperienza dell'avvocatura esercitata con estrema difficoltà sotto un regime che aveva ridotto all'osso lo Stato di diritto”.

“ Vorrei ricordare – ha concluso il ministro - in questa occasione tre figure di avvocati liguri protagonisti della Resistenza come Sandro Pertini, Costituente e poi Presidente della Repubblica, Mario Tarello che divenne anche sindaco di Genova e Raimondo Ricci che ci ha lasciato due anni fa e che è stato presidente dell'associazione nazionale Partigiani".

"Penso al percorso esistenziale - ha detto il sindaco Marco Doria - di chi ha dato la vita per gli ideali della Resistenza. Questa mattina, in una grande fabbrica abbiamo ricordato operai, tecnici e dirigenti dell'Ansaldo che furono deportati in Germania, morti in combattimento o fucilati. Ora commemoriamo quattro magistrati che non si piegarono al potere fascista".

"Eppure in quell'Italia, nell'idea dell'Impero  - ha concluso il sindaco - erano cresciuti e avevano trascorso la loro giovinezza, riuscendo ad entrare nella Magistratura. Ma fecero delle scelte radicali e misero in gioco la propria vita sino in fondo. Avevano in testa l'idea di un Paese nuovo, di una società libera e giusta, idee che furono trasferite negli articoli della nostra Carta Costituzionale. Li ricordiamo e continueremo a ricordarli per il loro coraggio, ma soprattutto per noi, perché senza una memoria comune perderemmo la nostra identità collettiva".

La scopertura della targa
Ultimo aggiornamento: 25/04/2015
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