La Storia in Piazza: lectio magistralis
di Donald Sassoon sulla storia del cibo

Dal Neolitico a oggi come si produce, si cucina, si combatte per il cibo. Storie di fame e di abbondanza, di carestia e di opulenza. Eccezionalmente esposta la Cuoca di Bernardo Strozzi. Quinto appuntamento con la Storia a Palazzo Ducale, la casa della cultura dei genovesi

Testo Alternativo
Con una lezione sul tema «Il pane quotidiano nella storia», Donald Sassoon, ordinario di Storia europea comparata al Queen Mary College di Londra, ha inaugurato ufficialmente il festival "La Storia in Piazza", di cui è curatore da alcuni anni con la collaborazione di Luca Borzani, presidente della Fondazione palazzo Ducale, e di Antonio Gibelli, già ordinario di storia contemporanea all’Università degli studi di Genova. 

Prima di lui ha preso la parola il presidente della Fondazione per la Cultura di Palazzo Ducale Luca Borzani, che ha sottolineato l'importanza del cibo nella storia dell'uomo, storia di fame e di abbondanza, di scambio culturale, di eros e di convivialità. Il tema di questa edizione del festival, ha continuato, anticipa l'Expò 2015, e noi la vogliamo dedicare a Giovanni Rebora, docente di storia economica ex direttore del dipartimento di Storia moderna e contemporanea dell’Università di Genova “il professore di tutti” recentemente scomparso, alla Cuoca di Bernardo Strozzi, eccezionalmente esposto a Palazzo ducale, e alle migliaia di visitatori che animeranno 56 incontri, 10 mostre, 150 laboratori e 7 spettacoli di questa quinta edizione.

Ha ricordato Manzoni e van Gogh il sindaco di Genova Marco Doria nel suo saluto. Un breve cenno alla cena offerta da Tonio a Renzo, e al quadro I Mangiatori di Patate, che ci raccontano la storia del cibo nel passato attraverso la lente della povertà. Ma anche il cibo della guerra di Liberazione, con i partigiani sopravvissuti nei lunghi mesi dell'inverno del '44 grazie alle castagne. Sono tre le chiavi di lettura della storia del cibo proposte da Doria: la differenza dell'alimentazione tra ricchi e poveri, i gusti e l'economia dei traffici marittimi, che hanno fatto la fortuna della nostra città non solo nel Medio Evo con il commercio delle spezie, ma anche in tempi più recenti con il grano americano, stipato nei grandi silos del nostro porto come il palazzo di Hennebique .  Ma i genovesi, ha concluso a margine del suo intervento il sindaco, sono così bravi ad approfondire le tematiche del cibo, anche perché sanno mangiare bene. 

L’ottica in cui Donald Sassoon ha sviluppato la sua lezione è la prospettiva planetaria, a partire dal momento più importante per l'evoluzione umana: la nascita dell'agricoltura. Qui si fissa il vero anno zero della civiltà, l'uomo si ferma nel suo peregrinare e smette di cacciare per dare inizio all'allevamento, addomesticando gli animali di cui si ciba.

Da 10.000 anni il nostro pianeta sta subendo gli effetti di questa stanzialità. Sassoon ripercorre il percorso della produzione e del confezionamento del cibo, rimandando per l'approfondimento dei temi accennati, ai successivi appuntamenti, come il cibo nell'evoluzione dell'uomo, la cucina del medioevo, la religione nel cibo e i miliardi di persone da sfamare.

Ha toccato poi i temi del consumo, delle identità culturali e del costume, il miracolo della produzione di cibo, dovuto alle tecniche di trasporto e di conservazione, così come ai fertilizzanti e alle nuove tecnologie, per poi concludere toccando a più riprese il contraltare del cibo, cioè la fame e la denutrizione, che colpisce ancora oggi 100 milioni di individui. 
10 aprile 2014
Ultimo aggiornamento: 11/04/2014
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