E' stato presentato per la prima volta ieri in Aula Rossa il Blue Print: il ridisegno delle aree portuali di Levante dal Porto Antico sino a Punta Vagno. E’ stato il sindaco Marco Doria a illustrare il progetto, regalato da Renzo Piano alla città, nel corso di una commissione consiliare a cui ha fatto seguito una conferenza stampa.
Per dare gambe all’affresco dell’architetto genovese, destinato a cambiare il volto della città, mancano alcuni importanti tasselli. Il primo è la firma di un accordo di programma con gli altri enti interessati, Autorità Portuale e Regione Liguria, il secondo attirare finanziamenti e interesse da parte del mondo imprenditoriale nazionale ed europeo, perché, ha ricordato il sindaco, soldi pubblici non ce ne sono.
"Non saranno - ha detto il primo cittadino - i finanziamenti a fondo perduto, che hanno caratterizzato la costruzione del Porto Antico nel '92, a realizzare il Blue Print. In un momento di crisi della finanza pubblica il compito del Comune è quello di creare le condizioni per attrarre e coinvolgere i privati, proponendo bellezze urbanistiche e destinazioni d'uso miste".
Per quanto riguarda la firma dell’accordo di programma sulle aree della Fiera si parla dei primi mesi del prossimo anno.
"In questo modo - ha continuato il sindaco - si potrebbe già far partire già nel 2016 qualche percorso di trasformazione del nuovo water front della città".
Molto interesse ha suscitato il destino del Palasport che perderebbe la destinazione sportiva, per trasformarsi, una volta circondato dall'acqua, nella più grande darsena coperta d'Europa.
"Sono tra quelli - ha detto Doria - che vorrebbero conservare la destinazione sportiva del Palasport. Aspetto da parte del Coni un progetto economicamente fattibile senza finanziamenti da parte del Comune. In mancanza di una proposta precisa e percorribile da parte del Coni, non chiuderemo le porte ad un imprenditore che decidesse di realizzare nel padiglione S la darsena coperta così come l'ha immaginata Renzo Piano".
Un'altra parte del progetto molto discussa è quella che riguarda il tombamento del porticciolo Duca degli Abruzzi e il trasferimento alla Fiera del Mare degli attracchi dei circoli nautici che, contro questa ipotesi, hanno presentato un ricorso al Tar, capitanato dallo Yacht Club.
“Questa è una città - ha concluso Doria - dove spesso si alzano muri per difendere interessi privati a discapito del futuro. Non è volontà del Comune penalizzare i proprietari di barche. La nuova sede, nella darsena della Fiera del Mare, meglio servita e, se vogliamo puntualizzare, con vista su Portofino, è altrettanto bella e prestigiosa. Dare più spazio ai bacini di carenaggio significa creare le condizioni affinché, tra un po’ di anni, ci sia un radicamento del settore delle riparazioni navali a Genova".
Per dare gambe all’affresco dell’architetto genovese, destinato a cambiare il volto della città, mancano alcuni importanti tasselli. Il primo è la firma di un accordo di programma con gli altri enti interessati, Autorità Portuale e Regione Liguria, il secondo attirare finanziamenti e interesse da parte del mondo imprenditoriale nazionale ed europeo, perché, ha ricordato il sindaco, soldi pubblici non ce ne sono.
"Non saranno - ha detto il primo cittadino - i finanziamenti a fondo perduto, che hanno caratterizzato la costruzione del Porto Antico nel '92, a realizzare il Blue Print. In un momento di crisi della finanza pubblica il compito del Comune è quello di creare le condizioni per attrarre e coinvolgere i privati, proponendo bellezze urbanistiche e destinazioni d'uso miste".
Per quanto riguarda la firma dell’accordo di programma sulle aree della Fiera si parla dei primi mesi del prossimo anno.
"In questo modo - ha continuato il sindaco - si potrebbe già far partire già nel 2016 qualche percorso di trasformazione del nuovo water front della città".
Molto interesse ha suscitato il destino del Palasport che perderebbe la destinazione sportiva, per trasformarsi, una volta circondato dall'acqua, nella più grande darsena coperta d'Europa.
"Sono tra quelli - ha detto Doria - che vorrebbero conservare la destinazione sportiva del Palasport. Aspetto da parte del Coni un progetto economicamente fattibile senza finanziamenti da parte del Comune. In mancanza di una proposta precisa e percorribile da parte del Coni, non chiuderemo le porte ad un imprenditore che decidesse di realizzare nel padiglione S la darsena coperta così come l'ha immaginata Renzo Piano".
Un'altra parte del progetto molto discussa è quella che riguarda il tombamento del porticciolo Duca degli Abruzzi e il trasferimento alla Fiera del Mare degli attracchi dei circoli nautici che, contro questa ipotesi, hanno presentato un ricorso al Tar, capitanato dallo Yacht Club.
“Questa è una città - ha concluso Doria - dove spesso si alzano muri per difendere interessi privati a discapito del futuro. Non è volontà del Comune penalizzare i proprietari di barche. La nuova sede, nella darsena della Fiera del Mare, meglio servita e, se vogliamo puntualizzare, con vista su Portofino, è altrettanto bella e prestigiosa. Dare più spazio ai bacini di carenaggio significa creare le condizioni affinché, tra un po’ di anni, ci sia un radicamento del settore delle riparazioni navali a Genova".