Un’ autentica officina di teatro, quella offerta negli spazi del teatro Akropolis, dove il pubblico presente ha potuto assistere, in parte, ai numerosi e rapidi cambi scena all’efficienza e al coordinamento delle compagnie e dei tecnici, che nella mezz’ora di stacco tra i diversi spettacoli montavano scenografie, settavano luci e audio, mentre gli attori si apprestavano agli ultimi preparativi. Sei spettacoli diversi, e che hanno portato in scena le sensibilità degli under 35, risaltando il bene o il male del contemporaneo.
Sul palco messaggi ossessionanti dei media, la solitudine e l’innocenza senza mai cadere nel banale, riuscendo a coinvolgere e a far riflettere il pubblico. Tra le drammaturgie presentate, che hanno evidenziato il ruolo dei concorsi, sia televisivi che non, nel nostro quotidiano, lo spettacolo, meritevole di una menzione speciale da parte della giuria: Amami, baciami, amami, sposami del Gruppo di teatro campestre, compagnia che ha portato in scena un fantascientifico concorso, dove il premio in palio è un compagno con relativo matrimonio, non una scelta affettiva quindi, ma basata su una selezione per fuggire dalla solitudine e dalle responsabilità. Anche l’Associazione culturale Onda Larsen di Torino ha voluto fare riflettere e sorridere con The quirinal, un ipotetico talent per l’elezione del Presidente della Repubblica.
L’incertezza umana, le paure e l’inconscio sono i temi toccati dalla bresciana Francesca Franzè con lo spettacolo Ommioddio e L’ultimo Kaligola portato in scena dalla Compagnia degli scarti di La Spezia.
Mentre la Compagnia Lumen progetti, arti, teatro di Milano con Dayshift e il duo Nanirossi di Massa Carrara in scena con Sogni in scatola, nelle loro drammaturgie, hanno voluto proporre i temi della sopraffazione, del sogno, della speranza e dell’identità.
Un compito non semplice per la giuria formata dalla studiosa e critica Maria Dolores Pesce, vice direttore di Dramma.it; dal regista Stefano Tè, direttore artistico del festival Trasparenze di Modena; dalla regista Roberta Nicolai, direttrice artistica del festival Teatri di Vetro di Roma; da Amedeo Romeo, direttore artistico del Teatro della Tosse di Genova e dal regista Renato Cuocolo, autore della compagnia Cuocolo/Bosetti IRAA Theatre.
Il gruppo di esperti, alla fine delle due serate ha premiato i Nanirossi, una compagnia di Massa Carrara formata da Matteo Mazzei e Elena Fresch che, con il loro Sogni in scatola ha saputo far ridere, sognare e riflettere sul nostro contemporaneo, e che ci ha fatto scoprire tutti un po’ bambini.
Due giornate che hanno lasciato spazio alla riflessione, anche grazie alla condivisione di intenti e collaborazione, e dove soprattutto non ci sono state questioni fra i partecipanti, tutti hanno esultato per e con i vincitori. Anche questo un bel segnale a cui non siamo più abituati.
Sul palco messaggi ossessionanti dei media, la solitudine e l’innocenza senza mai cadere nel banale, riuscendo a coinvolgere e a far riflettere il pubblico. Tra le drammaturgie presentate, che hanno evidenziato il ruolo dei concorsi, sia televisivi che non, nel nostro quotidiano, lo spettacolo, meritevole di una menzione speciale da parte della giuria: Amami, baciami, amami, sposami del Gruppo di teatro campestre, compagnia che ha portato in scena un fantascientifico concorso, dove il premio in palio è un compagno con relativo matrimonio, non una scelta affettiva quindi, ma basata su una selezione per fuggire dalla solitudine e dalle responsabilità. Anche l’Associazione culturale Onda Larsen di Torino ha voluto fare riflettere e sorridere con The quirinal, un ipotetico talent per l’elezione del Presidente della Repubblica.
L’incertezza umana, le paure e l’inconscio sono i temi toccati dalla bresciana Francesca Franzè con lo spettacolo Ommioddio e L’ultimo Kaligola portato in scena dalla Compagnia degli scarti di La Spezia.
Mentre la Compagnia Lumen progetti, arti, teatro di Milano con Dayshift e il duo Nanirossi di Massa Carrara in scena con Sogni in scatola, nelle loro drammaturgie, hanno voluto proporre i temi della sopraffazione, del sogno, della speranza e dell’identità.
Un compito non semplice per la giuria formata dalla studiosa e critica Maria Dolores Pesce, vice direttore di Dramma.it; dal regista Stefano Tè, direttore artistico del festival Trasparenze di Modena; dalla regista Roberta Nicolai, direttrice artistica del festival Teatri di Vetro di Roma; da Amedeo Romeo, direttore artistico del Teatro della Tosse di Genova e dal regista Renato Cuocolo, autore della compagnia Cuocolo/Bosetti IRAA Theatre.
Il gruppo di esperti, alla fine delle due serate ha premiato i Nanirossi, una compagnia di Massa Carrara formata da Matteo Mazzei e Elena Fresch che, con il loro Sogni in scatola ha saputo far ridere, sognare e riflettere sul nostro contemporaneo, e che ci ha fatto scoprire tutti un po’ bambini.
Due giornate che hanno lasciato spazio alla riflessione, anche grazie alla condivisione di intenti e collaborazione, e dove soprattutto non ci sono state questioni fra i partecipanti, tutti hanno esultato per e con i vincitori. Anche questo un bel segnale a cui non siamo più abituati.