Genova, la liberazione, il 25 aprile

Si è conclusa con un applauso partecipato e commosso di piazza Matteotti, gremita di persone, la cerimonia commemorativa del 25 aprile. Cerimonia cominciata al mattino al cimitero di Staglieno con la deposizione delle corone in memoria dei caduti, internati e deportati, poi proseguita con il lungo corteo che, da via Cadorna ha percorso via XX Settembre fino a Ponte Monumentale, dove le autorità hanno deposto le corone di alloro al sacrario dei caduti partigiani, in ricordo di quel 25 aprile che 69 anni fa segnò l’inizio della libertà e della democrazia per Genova, medaglia d’oro al valor militare e per tutto il paese.

Testo Alternativo
A Ponte Monumentale sono stati letti l’atto di resa del generale tedesco Meinhold siglato nelle mani del Comitato di Liberazione Nazionale a Villa Migone (dove ieri si sono incontrati il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, il sindaco Marco Doria, il presidente Anpi Massimo Bisca e il senatore Migone) e la motivazione della medaglia d’oro al valor militare della città di Genova.
Il corteo ha poi proseguito fino in piazza Matteotti dove si sono tenuti gli interventi delle autorità e le orazioni commemorative. Due i giornalisti chiamati quest’anno a pronunciare le orazioni, due testimoni di generazioni diverse, come ha sottolineato il Sindaco dal palco, testimoni e attenti osservatori del nostro tempo, Gad Lerner e Benedetta Tobagi.
Siamo qui a ricordare il 25 aprile – ha esordito il sindaco aprendo la serie di interventi – la stagione delle resistenza e della lotta per la liberazione, l’azione di migliaia di persone che scelsero di essere parte attiva con le loro diversità anagrafiche, sociali, culturali e politiche, uniti dalla comune scelta antifascista, a favore della libertà, del rispetto degli altri, della convivenza civile tra i popoli, denominatori comuni nell'elaborazione della carta dei valori della Resistenza, la nostra Costituzione, un’idea di società da costruire giorno per giorno.
Il Sindaco ha proseguito ricordando che cosa ha rappresentato la resistenza per diverse generazioni di italiani, uniti dalla condivisione profonda dei valori della democrazia e dell’antifascismo; quindi ha posto l'accento sul duplice obiettivo che ci si dovrebbe porre: nel presente costruire attorno ai valori della resistenza la più ampia unità tra generazioni, tra persone diverse ed eguali e, in prospettiva, accompagnare un continuo passaggio di testimone da una generazione all’altra per non dimenticare i valori della resistenza. Doria ha chiuso l'intervento ricordando uno splendido dialogo tra due grandi personaggi della nostra storia Luigi Einaudi, liberale, economista, presidente della Repubblica e Alcide Cervi, contadino, padre di sette figli che furono fucilati dai fascisti: si succedono le generazioni e una dopo l’altra devono assolvere al loro compito.
La cerimonia ha visto poi gli interventi del commissario della Provincia di Genova Piero Fossati e del presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, alla presenza delle altre autorità citadine, tra loro anche il presidente del Consiglio Comunale Giorgio Guerello. Dopo di loro le due orazioni commemorative. Il primo a prendere la parola è stato Gad Lerner, subito un riferimento alla città, Genova “capace di ricordare il suo 25 aprile, di essersi liberata da sola dalla barbarie nazifascista e la resa delle truppe tedesche nelle mani di un operaio partigiano”. Un ricordo commosso il suo, dei tanti partigiani che hanno dato la vita per la liberazione, che lui ha visto ragazzino e che ha ripercorso nel valore di quattro testimoni di quel tempo: Felice Cascione, Umberto Terracini, Raimondo Ricci e Don Andrea Gallo. Ancora ha sottolineato l’importanza della difesa della costituzione e della partecipazione perché “la democrazia delegata va bene fino a un certo punto, non può prescindere dalla partecipazione dei cittadini”.
L’intervento conclusivo è stato affidato a Benedetta Tobagi, classe ’77, giornalista, un’altra generazione ancora, chiamata a ricordare e dare significato alla resistenza e ai suoi valori. La giornalista ha reso omaggio ai partigiani, definendoli padri della patria e ricordando che se la guerra è stata una cosa da uomini, la lotta partigiana è stata una battaglia di uomini e donne insieme che hanno fatto la resistenza. Tobagi ha poi ripercorso alcune tappe della nostra storia, il terrorismo, la strage di Brescia del 1974, con un'attenta analisi di ieri e oggi e tenendo a mente i valori che hanno fatto la resistenza e che dovrebbero continuare a segnare il presente: la solidarietà, il coraggio, la responsabilità, il pensiero per gli altri.
Tanti applausi, occhi lucidi, sorrisi e attese per una festa, quella del 25 aprile, da ricordare e trasmettere, una generazione dopo l’altra.
25 aprile 2014
Ultimo aggiornamento: 26/04/2014
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