Doria: "Carige, le decisioni siano equilibrate, senza fretta, con attenzione ai piccoli azionisti"

Una nota del sindaco di Genova, Marco Doria, sulla vicenda dello "stress test" della Bce

Testo Alternativo
L’esito dello “stress test” condotto dall’Autorità bancaria europea sul patrimonio di Banca Carige e gli effetti di tale verifica sono motivo di sorpresa e di preoccupazione.

Il convincimento che era stato espresso sia dagli amministratori di Banca Carige sia dalla Banca d’Italia secondo cui l'aumento di capitale sociale attuato da Banca Carige nel luglio 2014 sarebbe stato idoneo a ripristinare la solidità patrimoniale della Banca, sia in funzione dell’attività corrente che in relazione alle procedure di verifica già allora in corso da parte dell’Autorità bancaria europea (dopo la dissipazione di patrimonio causata dalla pregressa gestione), aveva indotto a ritenere che l’esame dei coefficienti patrimoniali di Banca Carige sarebbe stato superato positivamente o, comunque, senza conseguenze particolarmente onerose.

Quanto comunicato dall’Autorità bancaria europea nella giornata di domenica 26 ottobre 2014, invece, palesa il permanere di una situazione patrimoniale di Banca Carige di particolare criticità, evidentemente non adeguatamente considerata sino ad oggi, suscettibile di arrecare grave pregiudizio ad una realtà sociale ed economica, quella della Liguria, già gravemente compromessa dalla crisi industriale, prima, e dalle calamità che hanno colpito tutta la regione, ed in massima misura il Comune di Genova, poi.

Banca Carige, infatti, non è solo uno dei principali motori dell’economia e della finanza ligure, ma ha costituito e costituisce, soprattutto, il principale punto di riferimento della piccola imprenditoria e dei piccoli risparmiatori liguri e genovesi, che alla grande Banca di questo territorio si rivolgono per sostenere finanziariamente le loro attività e che nella Banca hanno ripetutamente ed in misura significativa investito i loro risparmi, tributandole nel tempo (come si è potuto constatare anche in occasione dell’ultimo aumento di capitale sociale) una fiducia che non può essere compromessa.

Le decisioni che verranno assunte degli amministratori di Banca Carige per ottemperare alle prescrizioni normative dell’Autorità bancaria europea e recuperare il deficit di patrimonializzazione evidenziato dagli “stress test” appena conclusi non possono, pertanto, prescindere da un’adeguata considerazione degli interessi degli azionisti di Banca Carige, ed innanzi tutto dei piccoli risparmiatori che nel capitale della Banca hanno investito il loro patrimonio pochi mesi or sono, certi che tale decisione (e, sovente, sacrificio) avrebbe consentito alla Banca di mantenere l'autonomia, l'autorevolezza e la presenza territoriale che l’hanno sempre caratterizzata sino ad oggi.

Si auspica, pertanto, che tali decisioni siano assunte con la giusta ed equa ponderazione di tutti gli interessi in gioco (non solo di quelli prettamente bancari), senza ingiustificata fretta, avvalendosi di tutto il tempo concesso dalla normativa di settore, previa considerazione, nell’ottica sopra accennata, di tutti gli strumenti idonei a conseguire gli obiettivi imposti dalle Autorità di vigilanza nazionali e comunitarie.

Si auspica altresì che la Fondazione Carige, oggi principale azionista di Banca Carige, non solo possa conservare un ruolo significativo – nell’interesse dei territori che rappresenta ed in funzione di poter riprendere e continuare nel tempo le attività di sostegno finanziario che ne costituiscono lo scopo istituzionale – ma voglia esercitare le prerogative connaturate al possesso di una partecipazione rilevante nel capitale della Banca al fine di tutelare, in un’ottica di equo contemperamento, gli interessi sia di Banca Carige, che dei soci, e soprattutto dei piccoli azionisti.

30 ottobre 2014
Ultimo aggiornamento: 30/10/2014
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