Terzo Settore: il Comune si impegna
per occupazione e servizi

Incontri in Regione e a Tursi; a rischio cinquecento posti di lavoro; i provvedimenti chiesti al governo per preservare le risorse in questo ambito

Foto di Ruggero Verner

Un’azione perché il governo ripristini le risorse per il sociale; il Comune cerchi tutti i mezzi (compresa la vendita del patrimonio pubblico non utilizzato, la lotta contro l’evasione fiscale e un più efficiente utilizzo dell’Isee) perché nel 2012 i servizi alla persona dispongano delle maggiori risorse possibili. È l’impegno chiesto, attraverso un ordine del giorno approvato all’unanimità, dal Consiglio comunale al sindaco e alla giunta per finanziare i servizi sociali genovesi che rischiano di perdere 500 posti di lavoro e di non garantire la loro opera ai cittadini.  C’è poi il sollecito a collaborare con la Regione, il Terzo Settore e i  sindacati per migliorare il sistema dei servizi sociali e socio-sanitari attraverso una più efficiente integrazione e a prevedere che le entrate derivanti dalla nuova Ici, qualora si ricorresse a questo strumento fiscale, servano proprio a questo.

È il risultato conseguito, dopo una giornata di mobilitazione, dal Forum del Terzo Settore, sceso oggi in piazza con due presidi e altrettanti incontri in Regione e in Comune, trovando in entrambe le istituzioni sostegno e accordo sulle iniziative per ottenere dal governo i finanziamenti necessari a superare la drammatica crisi in cui operano gli addetti, in maggior parte soci e dipendenti di cooperative.

Una folta delegazione del Forum del Terzo Settore di Genova, composta da decine di persone guidate dal portavoce Claudio Regazzoni, ha fatto ingresso nell’aula consiliare verso le 16; Subito il vice presidente Stefano Balleari ha sospeso i lavori perché i capigruppo potessero riceverla.
«I tagli trasversali del governo Berlusconi di 20 miliardi di euro nei prossimi anni – ha detto Regazzoni - di cui 4 già nel 2012, che si aggiungono alle risorse già sottratte in passato,  ricadono per lo più sui Comuni, che hanno la responsabilità dei servizi per i cittadini. In una situazione in cui aumenta la quota di persone che hanno bisogno di aiuto e assistenza, non è ammissibile che i servizi siano ridotti drasticamente anziché potenziati». Il portavoce del Forum, sottolineando l’intesa con Cgil Cisl Uil, chiede che la cassa integrazione per i lavoratori del settore sia prevista solo se inevitabile e come misura transitoria. «La revisione del sistema socio-sanitario è una grande occasione se ci si orienta verso uno spostamento dal sanitario al sociale. Ciò significa passare a una strategia di prevenzione sociale per i soggetti fragili, tra cui gli anziani, i minori, le persone diversamente abili, i pazienti psichiatrici, le persone in difficoltà con il lavoro, appunto. Maggiore prevenzione significa meno cure, un grande risparmio e un maggiore benessere».

Patrizia Avellani, della Cgil, ha fatto notare che gli operatori del sociale sono per la maggior parte donne e, come tali, difficilmente riassorbibili dal mercato del lavoro; Rosy Galluccio, della Consulta per l’handicap, ha lanciato l’allarme sulla drammatica situazione dei genitori dei diversamente abili: «La depressione del genitore è un grave problema socio-sanitario; portare un genitore in questo stato è una follia; ho già sentito parlare di suicidio da parte di alcuni di essi».

Roberta Papi, assessore ai servizi sociali, ha illustrato l’attività del Comune di Genova: attraverso l’Anci, l’associazione tra i Comuni d’Italia, per l’abrogazione dei tagli di bilancio, per la ricostituzione del fondo per l’assistenza, per la definizione e il finanziamento dei livelli essenziali di assistenza; con altre iniziative in collegamento con i grandi e medi Comuni, per cui si sta costituendo, di fatto, una sorta di forum delle grandi città, perché «il Welfare in queste realtà – ha detto - ha aspetti particolari che non si possono trascurare, e c’è già stata una riunione di assessori a Torino, che ha prodotto una lettera ai nuovi ministri della Sanità e del Welfare. Tutti i Comuni liguri, inoltre, hanno sollecitato la Regione perché sia nuovamente finanziato il fondo per la non autosufficienza».

Il Comune di Genova, ha ribadito Papi, ha sempre considerato il Welfare una priorità, se si considera che il 70 per cento delle risorse è destinato ai servizi socio-educativi. L’impegno nel nuovo scenario politico non viene certo meno. Francesco Miceli, assessore al Bilancio, ha detto in proposito che l’approvazione del bilancio comunale è stata rinviata da dicembre a gennaio proprio per favorire adeguamenti in positivo secondo le opportunità create dall’azione del nuovo governo.
Genova, 29 novembre 2011
Ultimo aggiornamento: 07/12/2011
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