Mille al giorno alla Loggia dei Banchi
Alla scoperta della Genova che verrà

A tre settimane dall’inaugurazione della nuova sede di Urban Center, abbiamo fatto un tuffo tra i visitatori per scoprire che cosa pensano della città che verrà. Tanti i turisti attratti dalle foto della città vecchia ma anche molti cittadini a curiosare il futuro

Come cambierà Genova? Quale sarà la città del 2020? Sono diversi i fattori di mutamento, ma per ora l'unica certezza è il Puc, il Piano urbanistico comunale. Si tratta del maxi progetto, con le linee guida di Richard Burdett e Renzo Piano, che deciderà le sorti della città, ripensando il territorio in funzione dei bisogni del futuro.

Per farsi un’idea della città che verrà, dal 15 luglio è possibile vistare la mostra Genova oggi, Genova domani, nella restaurata Loggia della Mercanzia. La curiosità di sbirciare il futuro sta spingendo tanti cittadini e turisti nel cuore di piazza Banchi. Con un dato quasi clamoroso, che emerge dall'analisi delle presenze annonate dal personale dell'Urban Center, la struttura  che si occupa di urbanistica che si è trasferita nella nuova sede: negli ultimi 15 giorni di luglio è stata registrata una media quotidiana di quasi mille persone (esattamente 960) che sono entrate nello storico edificio di piazza Banchi per guardare la mostra, sfogliare i grossi registri che contengono le mappe e le schede del Puc, curiosare tra i grandi pannelli fotografici che un po' fanno vedere da prospettive suggestive la città di oggi e un po' aprono finestre su quella di domani, chiedere qualche chiarimento sui concetti più ostici di un documento articolato e oggettivamente non semplice da afferrare al primo colpo. Se non altro per il lungo iter che ha avuto - fra lavoro tecnico, consultazione popolare, aggiustamenti e varianti, passaggi in giunta e consiglio - prima di arrivare alla "semplificazione" attuale per il grosso pubblico.
La mostra apre al mattino e chiude alle 19, ma nel mese di agosto subirà qualche variazione di orario che sarà adeguatamente comunicata: quello che sorprende è guardare la tabella delle presenze: il sabato è senza dubbio il giorno preferito per le visite. Il 16 luglio 1.741 persone, il 23 un leggero calo fino a 1.252 e il 30 un piccolo aumento a 1.373: con l'impennata di mercoledì 27 che ha toccato 1.404 persone entrate. Gli altri giorni, da un minimo di 622 a un massimo di 985 persone. Per un totale, in due settimane, appunto, di 13.449 persone che hanno visitato la mostra nel "point" di Urban Center.

Con obiettivi e umori diversi. Ci sono i turisti in visita nel centro storico (molti) che passano e dalle ampie vetrate della Loggia intravvedono i pannelli con le foto di Genova, entrano per farsi una foto accanto a una panoramica un po' particolare e poi finiscono per guardarsi la mostra e ci sono i genovesi che obbediscono allo stesso meccanismo. C'è si sa già tutto e ci va per capire cosa succederà nella città nei prossimi anni nel proprio quartiere e ci sono i "tecnici", ovvero ingegneri e architetti che guardano le carte con un occhio un po' particolare.

Comunque si percepisce entusiasmo per la novità. Anche se il mugugno non manca. Ecco ad esempio qualche perplessità: «Il progetto - sostiene Salvatore, pensionato genovese - mi sembra troppo ottimistico, il 2020 è tra 9 anni, chissà se ce la faranno».

La posizione strategica e il periodo estivo, con l’arrivo di numerosi turisti contribuiscono comunque non poco al successo della galleria urbana. «Nella maggior parte dei casi chi si trova a passare qui davanti entra», spiega Beatrice Moretti, una delle tre addette all'accoglienza.

Come già detto, tantissimi i genovesi, che scrutano i pannelli giganti, con foto difficili da trovare altrove e le moderne planimetrie della Città Metropolitana: «Io vengo dalla Valpolcevera, chissà se anche a Fegino arriverà qualcosa di nuovo, per ora mi accontenterei di vedere la Gronda», afferma Daniela.

C’è invece chi aspetta i lavori delle nuove stazioni ferroviarie, in progetto ce ne sono 13: «Staremo a vedere, sarebbe fantastico, i trasporti sono un problema della nostra città, anche se mi chiedo dove prenderanno tutti questi soldi», si chiede Salvatore. E, aggiungono Adele e Agostino, cittadini del medio ponente: «Noi da Sampierdarena andiamo fino a Certosa per prendere la Metro, costruire delle fermate in più non guasterebbe per niente».

Poi tanti giovani che non si fanno sfuggire questa occasione per guardare al futuro, alla speranza: «Io abito in centro - afferma Francesca - sono una studentessa di storia dell’arte, non potevo perdermi quest’esposizione, mi piace tutto il progetto. Grazie a questo modellino riesco a spiegare Genova alla mia amica di Roma».

E chi viene da fuori, che cosa pensa della città? «Siamo qua perché stasera partiamo da Genova col traghetto. Trovo che tutto questo sia molto affascinate, penso che questa città abbia bisogno di qualche novità, è bellissima ma ha un aspetto un po' decadente», sostiene Miriam, mamma bresciana in visita con la famiglia.

Non tutti però riescono a farsi coinvolgere in questa grande macchina urbanistica. Tennie ad esempio, una giovane turista olandese alla domanda “Ha capito di cosa si tratta, è riuscita a farsi un'idea della mostra?”, molto laconica risponde: «Actually, not yet»,  «in realtà, non ancora».

Il futuro però si sta svelando a piccoli passi: il Comune e i progettisti hanno studiato la Genova di oggi per proiettarsi in quella di domani e così hanno deciso: la città deve cambiare. Anche i genovesi, lentamente, lo stanno capendo. In fondo la strada che porta al 2020 non è poi così lontana.
Genova, 4 agosto 2011
Ultimo aggiornamento: 05/08/2011
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