Gabrielli: «Cambiare tutti mentalità»
Burlando: «Niente qui è prevedibile»

Vertice in regione con il capo della protezione civile che smorza le polemiche sull’apertura delle scuole: “Qualunque cosa facciano, i sindaci vengono crocefissi: necessario un patto sociale”. Stanziati 40 milioni dal governo per la Liguria. Burlando: «I cambiamenti climatici rendono necessari nuovi piani di bacino».

Testo Alternativo
«Tutti i piani di bacino così come sono stati fatti finora vanno rivisti. Sono stati elaborati in base a studi decennali ma evidente che quello che è avvenuto non era mai avvenuto prima per cui è necessario cambiare strada. Cosa che cominceremo a fare già da lunedì. Anche perché è ormai chiaro che sono cambiate le condizioni climatiche. Basti pensare che ieri mentre esondava il Fereggiano c’erano 20 gradi di temperatura». Il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando parla ai giornalisti assieme al capo della protezione civile, prefetto Franco Gabrielli, giunto in Liguria per un summit con il centro operativo per l’emergenza della Regione in collegamento video con la Protezione Civile di alcune regioni vicine, dove è previsto che il maltempo si sposti nelle prossime ore.

Gabrielli ha annunciato la firma, da parte del premier Silvio Berlusconi, di un’ordinanza per lo stanziamento di 40 milioni di euro da destinare ai centri dello spezzino colpito dall’alluvione la scorsa settimana precisando che Burlando stesso sarà nominato commissario. La prossima settimana, ha detto Gabrielli, verrà definito lo stanziamento dei fondi, attraverso l’accisa nazionale dei carburanti; a quelli del governo si aggiungeranno circa 14,5 milioni della Regione Liguria.

Il prefetto è arrivato in mattinata e ha incontrato fra gli altri anche il sindaco e il prefetto, mentre le previsioni meteo spostano l’attenzione anche verso l’Alessandrino, le valli dei fiumi Orba e Bormida, lo Spezzino e la zona dell’alta Val di Magra.

Sulla situazione catastrofica che si è determinata, Burlando ha detto che rispetto al passato oggi è tutto cambiato e che se l’esondazione del Po si può prevedere con una certa precisione in Liguria «si misura una data, ad esempio da giovedì a domenica, un’intensità e poi non si sa quello che succede. In caso di forti precipitazioni può succedere di vedere Manarola e Corniglia perfette e Manarola distrutta. La scienza non va oltre un bacino, non dice qual è il rigagnolo». I cittadini, in sostanza, devono applicare i principi di prevenzione che vengono prescritti, che anzi dovrebbero essere esteso su aree più vaste di quelle interessate dagli eventi meteo potenzialmente distruttivi.

Il prefetto Gabrielli, dal canto suo, ha risposto ad alcune domande dei giornalisti relative alle polemiche sulle scuole rimaste aperte durante l’alluvione. «Il problema – ha detto – non è l’apertura o la chiusura delle scuole. Nelle passate alluvioni in altre località non ci sono state vittime legate a questo motivo. Il problema è legato agli spostamenti: le persone, purtroppo muoiono nei sottopassi, all’interno delle autovetture… Non è che chiudendo le scuole si abbassa il rischio, ma si elimina il problema del trasferimento. La cosa che ieri appariva abnorme erano le strade intasate di autoveicoli durante il nubifragio. Per noi questo vuol dire sostanzialmente due cose quando accadono eventi di questo tipo: il rischio per le persone che si trovano per strada e la scarsa possibilità di mobilità dei mezzi di soccorso». Poi ha aggiunto: «Bisogna decidere se si vuole accettare o meno una sorta di patto sociale per evitare che in certe situazioni i sindaci possano poi essere crocefissi. Oggi se il sindaco chiude le scuole e poi non accade nulla di grave viene crocefisso. E’ accaduto anche a Barack Obama, che ha preso misure eccezionali per non ripetere Katrina e poi è stato criticato. La scuola si poteva anche chiudere, ma se poi non fosse accaduto nulla, il sindaco sarebbe stato crocefisso». Il capo della Protezione civile ha sostenuto che è necessario un cambiamento della mentalità generale, cominciando a parlare di autoprotezione: «Il che non significa arrangiarsi. Se nell’Ottocento attraversare una strada tra le carrozze era normale e non creava timore, anche oggi chiunque attraversa la strada prestando attenzione. Ecco, di fronte ai nuovi pericoli che può creare il maltempo dobbiamo arrivare a una consapevolezza analoga».

L’assessore alla Protezione civile Renata Briano ha sottolineato che il Fereggiano è un torrente a rischio - e non è l’unico: molti sono i rivi in condizioni analoghe in caso di precipitazioni eccezionali - e che bisogna prestare attenzione alla strada che lo copre.

Domattina intanto ci sarà una nuovo vertice della Protezione civile in Regione per prendere eventuali nuovi provvedimenti alla luce di quello che accadrà nel ponente.

In una intervista rilasciata a una Tv locale, il sindaco Marta Vincenzi, a proposito del concetto di una nuova consapevolezza che bisogna avere del rischio che si corre per le mutate condizioni climatiche, ha detto fra l’altro che l’amministrazione comunale per prima, e tutte le altre istituzioni, stanno decidendo insieme un “patto sociale” – da condividere con i cittadini - per darsi regole più restrittive in caso di allerta meteo, che tengano conto del fatto che i consueti criteri di tutela delle popolazioni non sono più adeguate alle dimensione e alla pericolosità dei fenomeni atmosferici .
Genova, 5 novembre 2011
Ultimo aggiornamento: 07/11/2011
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