Città Metropolitana: il dibattito
La Maona propone uno Statuto

In vista dell’eliminazione delle province, si torna a parlare del futuro assetto istituzionale del territorio. Sul tavolo la proposta “provocatoria” dell’associazione culturale: un’occasione per il confronto e la discussione

Testo Alternativo
Il centro Internazionale di Cultura “La Maona” lancia la provocazione: una bozza di Statuto della Città Metropolitana di Genova, che regoli il nuovo soggetto istituzionale, previsto dalla nostra Costituzione, e che presto potrebbe diventare realtà, grazie alla cancellazione delle province voluta dal governo Monti.

Ad aprire il lavori della tavola rotonda è il direttore del centro, Franco Monteverde, che introduce il discorso :«iniziato sul finire degli anni ottanta, e che ha sempre visto un rimandare via l’altro, fino ad oggi, quando il governo tecnico, con il decreto “Salva Italia”, con due righe ha cancellato le province. Non possiamo arrivare impreparati».

«Ed è per questo che sono felice di questo dibattito – ha continuato il sindaco di Genova Marta Vincenzi – perché è l’ora che si attivi un dibattito serio e nuovo su questo tema che non è solo strettamente politico, ma che tocca da vicino i cittadini. Bisogna – aggiunge – non farsi trovare impreparati, perché le competenze della provincia sono importanti quanto sentite dalla gente: territorio, scuole, strade: il nuovo soggetto dovrà prendere in mano queste attribuzioni, con relative risorse e patrimoni».

Mario Bottaro, direttore di BJ, Liguria Business Journal, prende la parola: «Mi ricordo quando si iniziò a parlare di questa entità metropolitana: non c’era ancora tangentopoli, Berlusconi… un’altra epoca, e la cosa sembrava imminente: solo adesso le problematiche sembrano essere vicine e concrete. Ben venga quindi questa “provocazione” della Maona».

Ed ecco questa provocazione, testualmente redatta dal professore Stefano Monti Bragadin: uno statuto in 26 articoli, in cui vengono delimitate le competenze e le funzionalità di questo nuovo ente, partendo però dal presupposto di alleggerire la presenza dello Stato, ridando sovranità al territorio e alla libertà di iniziativa dei cittadini. «In particolare il Porto, da sempre anima e forza della nostra città –spiega il professore – deve essere liberato dalla burocrazia, e deve diventare veramente il fulcro di questa città metropolitana».

«Nel 1926 Roma decise per la Grande Genova, dissolvendo decine di comuni in un unico grande soggetto – spiega Mauro Avvenente, presidente del Municipio di Ponente – all’epoca però si trascurarono le diverse anime territoriali, comunitarie; oggi non dobbiamo commettere un errore simile, ma dobbiamo partire proprio dalle varie anime territoriali, mettendo i bisogni della gente urgentemente prima di tutto: i problemi di un territorio si risolvono nel territorio».
Con l’attuazione del decreto governativo un nuovo assetto dello stato diventerà realtà, portando ad una riforma istituzionale senza dubbio dalla portata inedita per il nostro paese: questo futuro è alle porte, e il dibattito è già incominciato.
Genova, 27 febbraio 2012
Ultimo aggiornamento: 27/02/2012
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